Un'opera che affianca alla storia del pensiero occidentale quella altrettanto ricca ma meno esplorata delle culture non europee, presentando i contributi dei maggiori studiosi della filosofia islamica, del mondo ebraico, della tradizione latino-americana, del continente africano, dell'India, dell'Estremo Oriente e del Pacifico. Vero e proprio atlante del pensiero, questo libro offre uno strumento rigoroso ma accessibile per il dialogo interculturale che il mondo contemporaneo ci obbliga ad affrontare: risalendo alle radici delle più significative tradizioni culturali, restituisce tutta la ricchezza della trama di corrispondenze che ha dato forma al pensiero umano come lo conosciamo oggi.
Fra gli interventi pubblici più significativi e più discussi di papa Ratzinger, spicca la conferenza tenuta presso l'Università di Ratisbona. Contro ogni relativismo, il pontefice richiamò in quell'occasione l'incontro felice della prima cristianità con i grandi temi della filosofia classica: un incontro decisivo che nell'orizzonte della fede inscriveva nello stesso tempo la potenza del logos greco, quale principio universale di ragione e di riflessività. Questo richiamo ha suscitato, com'è noto, commenti e reazioni di diverso tenore: molti consensi, ma anche domande di forte impegno soprattutto in riferimento ai temi quanto mai attuali del dialogo fra le culture e le civiltà. Le domande essenziali tornano, in definitiva, a essere queste: il modello greco di razionalità può essere considerato l'unico possibile? Non si danno diversi di modelli di ragione nel cuore delle altre tradizioni culturali? Ma allora su cosa fondare la possibilità di un dialogo interculturale? È in questa direzione che procedono i diversi contributi del presente volume: da una circostanziata analisi del portato greco a quella della sua ricezione, ma anche della sua discussione all'interno della cristianità contemporanea.
Questo volume raccoglie una serie di contributi offerti nel corso di due seminari dedicati allo studio delle "condizioni del sapere". La ricerca, partita dalla rivisitazione del Perì ermeneias di Aristotele e dalla lettura critica che Husserl ne dà nel corso delle sue Ricerche logiche, mirava a comprendere se la dimensione propria della verità debba raccogliersi solo nel campo del giudizio e dei suoi asserti o se invece non debba trovarsi anche in quei modi del pensare e del dire che Aristotele riteneva "significanti" ma non "apofantici".