Cosa significa la parola patria? Quanta libertà deve avere un bambino? Paura, egoismo, istinto sono caratteristiche umane necessarie per sopravvivere in certe condizioni? Reinhold Messner scrive il suo personale "lessico" di vita che lo ha portato a trasformarsi da ragazzino di un paesino di montagna nel più grande esploratore e alpinista dei nostri tempi, nonché uomo politico, coltivatore, creatore di musei unici al mondo, marito e padre. Nel corso delle sue innumerevoli spedizioni ha capito cosa serve veramente per sopravvivere in situazioni estreme. Nel corso della sua vita ha capito l'importanza di affermare la propria individualità nel modo più consono a se stesso, cercando con forza un senso in tutto ciò che fa, spesso combattendo contro pregiudizi e critiche feroci. E con il bagaglio di esperienza di chi ha affrontato la natura nelle sue manifestazioni più pericolose, parla di ambizione e pudore, incubi e vecchiaia, di capacità di reinventarsi e di accettare la vita che ci aspetta. Con sincerità e con una convinzione che si è rafforzata negli anni, Reinhold Messner racconta l'essenza della sua esperienza di vita in settanta parole chiave, settanta momenti, settanta riflessioni che coprono l'intero arco della vita.
Si incontrano per la prima volta nel 2004, eppure le loro vite si erano incrociate già molti anni prima. Da ragazzo Reinhold Messner guardava a Walter Bonatti come a un modello di coraggio e integrità, e nel 1971 scoprì che gli aveva dedicato il suo libro "I giorni grandi", riconoscendolo come suo allievo e successore. Numerosi aspetti accomunano questi due uomini che hanno realizzato molte delle più significative scalate della storia dell'alpinismo: l'approccio tradizionale senza mezzi artificiali; la ricerca della solitudine anche nelle situazioni più estreme; le accuse ingiuste, a Bonatti nella discussa vicenda del K2, a Messner dopo la spedizione del Nanga Parbat, in cui perse la vita il fratello Gùnther; infine la definitiva - per quanto tardiva - riabilitazione, quando la verità storica è stata accertata. Il libro che Reinhold Messner dedica a Walter Bonatti mette in parallelo le loro vite attraverso diversi registri narrativi: la cronaca della lunga notte tra il 30 e il 31 luglio 1954 sul K2, in cui Walter Bonatti rischiò di morire, un evento cruciale che ha condizionato tutta la sua esistenza di alpinista e di uomo; la biografia di Bonatti, ricostruita da Sandro Filippini in forma romanzata con l'ausilio di documenti d'epoca e di testimonianze dirette; infine il racconto in prima persona di Messner, che commenta la vicenda alpinistica e umana dell'amico, confrontandola con la propria.
Grazie alle domande spesso incalzanti di un interlocutore, il libro fa emergere l'"uomo Messner", quella personalità complessa che è diventata l'alpinista più noto di tutta la storia dell'alpinismo, grazie non solo alle doti fisiche ma soprattutto a una filosofia di vita e a una fede incrollabile nella sua capacità di vincere con tenacia e fantasia sfide sempre più ardue, in ambito alpinistico, così come in tutti gli ambiti.