Una vera e propria guida per chi dell'UE ha una conoscenza solo superficiale, ma che aiuta anche il lettore più esperto a fare chiarezza su molti punti importanti. Partendo dall'esposizione del quadro storico e istituzionale, "Gli Stati Uniti d'Europa spiegati a tutti" passa in rassegna tutti i temi oggi di grande attualità, dall'unione politica alla crisi dell'euro, dal tema dello sviluppo al cosiddetto deficit democratico europeo. La prospettiva è dichiaratamente quella federalista, ereditata dalla visione di Altiero Spinelli, che individua la possibilità di risolvere gli attuali problemi dell'UE e di tornare a crescere solo nel compimento di una vera e propria federazione di Stati. Qual e la differenza tra unione, cooperazione, federazione? Quali sono i rapporti tra unione politica e unione monetaria? Perché una vera federazione potrebbe garantire più democrazia e risolvere il rebus della crescita? Questo libro dà una risposta a queste e altre domande.
Shanghai, detta "la Parigi d'Oriente", è la metropoli più popolosa del mondo, oltre che la capitale economica della Cina, una delle città più alla moda dell'Asia. Il libro si appunta sulle caratteristiche non solo fisiche, svelando i segreti di un paese attraverso la descrizione del suo centro più dinamico. Ricca di fascino ma soprattutto di occasioni da cogliere al volo (dallo studio al turismo, all'impresa), Shanghai può diventare esperienza di vita oltre che meta per le migliori opportunità di lavoro in Asia. Dai grattacieli del centro finanziario di Pudong agli edifici tradizionali della zona di Puxi, tutti ugualmente affacciati sul fiume Huangpu, un'aria di forte modernità pervade i distretti senza mai intaccare le radici di un'antica cultura.
Nell'attuale disputa sulla questione morale che vede i detentori di verità assolute asserviti alla Ragion di Stato (vaticana), il libro denuncia la millenaria ambiguità della Chiesa di Roma, fautrice di una morale a corrente alternata, tenacemente impegnata a maneggiare le chiavi del potere mentre promette quelle del Paradiso. In costante crescita è l'ingerenza del Vaticano nella sfera pubblica e il proposito di imporre il suo imprimatur alle istituzioni di ogni ordine e grado, al punto che persino il rifiuto dell'UE di menzionare nella Costituzione europea le "radici cristiane", ripetutamente rivendicate dai due pontefici Wojtyla e Ratzinger, sarebbe il segno della perdita da parte del continente della propria identità. Nell'indagare queste pressioni l'autore spiega come nei secoli l'affermazione in Occidente della moderna concezione laica e democratica dello Stato abbia coinciso con la manifesta e incessante opposizione delle gerarchie cattoliche. Dalla sovranità popolare alla separazione dei poteri, dallo Stato di diritto al principio di tolleranza fino alla libertà della scienza: la modernità in Europa ha emarginato le pretese teocratiche della Chiesa di Roma.
Cosa succede quando la Chiesa interviene nelle questioni politiche? Innanzitutto, la laicità, i diritti civili e l'autonomia dello Stato vacillano e vanno in crisi. E poi, la democrazia rischia di rovesciarsi in teocrazia, con conseguenze disastrose già largamente dimostrate da secoli di guerre sante, crociate e Inquisizione. Perché ripetere gli errori (e orrori) della storia? Eppure si è formato di recente in Italia un nuovo "partito di Dio" guidato dalla CEI di Ruini e Bagnasco, alacremente seguito da gruppi trasversali dì politici, giornalisti e intellettuali (teocon, teodem, atei devoti, postsecolari e islamofobi), ostili alle conquiste della moderna civiltà illuministica, scientifica e razionalistica. Il Dio degli eserciti e della Chiesa-Stato costantiniana del passato e il Dio che in tutto si immischia dell'attuale offensiva clericale non possono essere disgiunti. Non bisogna, tuttavia, dimenticare che non c'è solo la Chiesa papale e il suo arrogante e dogmatico Dio del potere. C'è anche la Chiesa dei poveri, del Dio sofferente e impotente delle comunità cristiane di base, democratiche e antigerarchiche, dedite alla cura dei deboli, dei diversi, dei diseredati della terra. Questo libro propone una critica radicale della nuova strategia politico-morale di Benedetto XVI e delle alte gerarchie clericali (a partire dai ripetuti "no" all'aborto, all'eutanasia, alla procreazione assistita, alle coppie di fatto, al divorzio).
Democrito e Diogene, Aristippo ed Epicuro non sono di solito considerati i "campioni" della filosofia greca. Eppure, nelle "Saggezze antiche", Onfray ha dimostrato che non hanno niente da invidiare a Platone e Aristotele. Ora, in questo secondo volume della "Controstoria della filosofia", Onfray, teorico per eccellenza dell'ateismo, non ha paura di andare a scoprire proprio il lato più nascosto della tradizione medievale: il cristianesimo edonista. In questa rassegna filosofica, pertanto, non si troveranno sant'Agostino né san Tommaso, ma personaggi dei quali non v'è quasi traccia nei manuali ufficiali, come gli gnostici Basilide e Carpocrate, accanto ai più famosi Lorenzo Valla, Marsilio Ficino, Erasmo da Rotterdam. Pensatori molto diversi fra loro, accomunati però dalla lontananza dall'ideale ascetico, da un progetto che rimanda la felicità alla sfera oltremondana; e tenaci propugnatori di un modello di vita che realizzi qui, su questa terra, quella "saggezza felice" che è la vera vocazione di un sapere capace di porsi come arte del "buon vivere". Il cristianesimo edonista si chiude con l'analisi della figura di Michel de Montaigne, al quale sono riservate le ultime cento pagine.
Leggere Montaigne è come viaggiare, partire alla scoperta di paesi lontani insieme a un amico. Perché Montaigne, per tutti quelli che dal Cinquecento in poi lo hanno letto e inevitabilmente se ne sono innamorati, continua a essere questo: un consigliere, un insegnante, ma prima di tutto un amico. La distanza che sembra separarci da lui scompare quando ci accostiamo ai Saggi e scopriamo il loro stile spregiudicato, modernissimo, che scarta da un pensiero all'altro e tocca con straordinaria vicinanza gli aspetti più quotidiani della nostra vita. Lontano dall'idea di scrivere in modo sistematico, Montaigne è il primo a mettere se stesso al centro della propria opera, in uno spirito di intimità tra autore e lettore che si respira fin dalle prime pagine. E precisamente per questo - per l'importanza che accordano al singolo individuo, messo a nudo, e alla sua ricerca di un senso dell'esistenza - oggi i Saggi chiedono di evadere dai tomi in cui la filologia li ha relegati. Vogliono essere portati in metropolitana e in treno, letti andando al lavoro, gustati sul divano di casa, dopo cena, assieme a un bicchiere di vino. Proprio come se fossimo con un amico. "Coltiva l'imperfezione" raccoglie i testi che meglio presentano Montaigne come un uomo che, cosciente delle sue mancanze, coltiva la propria imperfezione come una ricchezza, consapevole che è proprio grazie a essa che può posare sul mondo il taglio unico del suo sguardo, che lo rende - come sostiene Sarah Bakewell - il padre nobile degli odierni blogger.