Ripensare i corpi intermedi è necessario per difendere la democrazia dai suoi eccessi. Questo volume è un invito a riflettere sul ruolo ancora indispensabile delle associazioni dell'industria, dell'artigianato, delle professioni e del lavoro. Si descrive il rapporto con la politica, con cui si viene a patti cercando di influenzarne le decisioni. Un viaggio che parte da molto lontano e arriva alla stretta attualità: l'autore, forte di un'esperienza straordinaria nel mondo della rappresentanza e delle strutture associative, ricostruisce l'indole gruppista della nostra specie, sia nelle coalizioni che mirano al potere, sia in quelle che nascono per contenerne gli eccessi prevaricativi. Una distinzione già presente tra le scimmie antropomorfe. Affronta, poi, temi di fondo come quello della leadership, delle decisioni collettive, fino ad arrivare alla sfida posta dalla disintermediazione, dal populismo e dall'emergenza sanitaria.
A vent'anni dalla rivoluzione iraniana (1978-79), che sollevò lo Scià e affidò il governo del paese all'ayatollah Khomeini, si rivela di straordinaria attualità la previsione di Michel Foucault. "L'Islam" aveva scritto allora il filosofo francese "rischia di costituire una gigantesca polveriera. Da ieri ogni stato musulmano può essere rivoluzionario dall'interno, a partire dalle sue tradizioni secolari". Foucault guardava all'Islam da un osservatorio privilegiato: era allora inviato speciale a Teheran per il Corriere della Sera, e questi suoi reportage testimoniano una partecipazione appassionata ed entusiasta agli avvenimenti. L'adesione al movimento che scuoteva l'Iran e che si sarebbe, con forme e vicende diverse, propagato in seguito a gran parte del Medio Oriente, fu propria a molti intellettuali dell'epoca. Oggi la stessa "profezia" è più spesso vissuta come una minaccia: sintomo della complessità del confronto con questo nuovo soggetto religioso e politico che, dopo la caduta dell'ordine mondiale bipolare, si propone come radicale alternativa alla visione del mondo propria dell'Occidente.
Irresistibilmente, le società moderne si trasformano. Polverizzazione del corpo sociale, inaridimento delle istituzioni, crollo delle ideologie, trasmutazione dei valori: al di là della società di massa, che a lungo ha definito una delle forme della modernità, si profilano ormai le nuove figure di una socialità esuberante e polimorfa di cui Michel Maffesoli delinea in questo libro i contorni. "Il tempo delle tribù" è anche un'analisi ragionata delle società di oggi, un'esplorazione metodica delle loro metamorfosi, per cui agli ideali della Ragione si sostituiscono i sentimenti e le emozioni, alla logica dell'identità la logica dell'affetto. Siamo entrati nell'era delle "tribù", delle reti, dei piccoli gruppi, di aggregazioni effimere ed effervescenti. Un libro che traccia i percorsi di un'autentica sociologia del presente.