Al culmine dell'intensa vicenda sacerdotale e pastorale, Michele Cipriani propone l'epifania del suo personale incontro con il proprio centro sacro; sgrana il rosario a puntate della sua sete d'infinito, della sua ricerca di dio, raccontando i chiaroscuri dell'affascinante e misteriosa sua leggenda. La silloge è divisa in tre parti: la prima scorre lungo i nastri d'asfalto e gli itinerari pietrosi dell'uomo d'oggi, messi in rapporto con i suoi luoghi dell'anima; la seconda segue l'itinerario liturgico che va dalla contemplazione della croce alla Risurrezione; l'ultima attraversa la navata del mondo, la storia globale, le sue disperazioni, i suoi sogni... Ma il tema di fondo è la fede come dono e conquista, spazio di lotta interiore nel ritmo dell'andare. La fede è matura quando è capace di sperimentare il silenzio di dio e la sua costante, fedele presenza.
Nicola e Anna sono due giovani baresi. Vivono nel centro storico della città. Chi vi nasce, parte sfavorito nell'affrontare la vita, a differenza di chi nasce al di là del corso Vittorio Emanuele, che divide la città in due non solo dal punto di vista architettonico. I due giovani si conoscono sin da bambini in quanto vicini di casa. Nella loro crescita umana e spirituale hanno come punto di riferimento le rispettive famiglie e la parrocchia. Scoppia tra loro l'amore, ostacolato in un primo momento dalla madre di lei, successivamente messo in discussione dall'egoismo del ragazzo. I due, nonostante le difficoltà, superano le incomprensioni e si realizzano. Nicola si diploma e trova lavoro in banca. Anna, a causa di una mentalità diffusa nel quartiere, non continua gli studi. Ma ha la passione per la pittura che non abbandona. Un giorno d'estate, per le vie della città antica, conosce, per una serie di felici coincidenze, un apprezzato gallerista meneghino, che le offre la possibilità di esporre i suoi quadri a Milano. Anna sperimenta il successo lontano da Bari. La città lombarda le offre ospitalità, così come il gallerista e sua moglie, che l'accolgono in casa come una figlia, offrendole la possibilità di affinare la tecnica pittorica e di arricchire il suo bagaglio culturale. Dopo tre anni, però, Anna decide di tornare a Bari per amore...
Don Michele Cipriani è arciprete e parroco della Concattedrale di Terlizzi. Attivamente impegnato nell'opera educativa delle giovani generazioni, ha insegnato presso i Seminari Vescovili e Regionale di Molfetta, oltre che presso gli Istituti medio-superiori di Terlizzi.
Questo saggio sui Sacramenti dell'iniziazione cristiana e sulla divinizzazione dell'uomo, alla luce della Tradizione Ecclesiale Orientale, è in linea con quanto auspica e dispone il Vaticano II e vuole essere un modesto contributo alla riflessione e all'opera che sullo stesso argomento, così egregiamente, si conduce nelle nostre Chiese locali, anche come momento di conoscenza e di confronto con la dottrina dei nostri fratelli cristiani separati... e di conseguenza come attenzione ecumenica di dialogo e di avvicinamento. Una sincera ed efficace mentalità ecumenica, la conversione del cuore e la preghiera sono le solide basi per avvicinare sempre di più il tempo dell'incontro nell'unità di tutti i Cristiani. (dalla prefazione)
Nella lettera apostolica "Rosarium Virginis Mariae" Giovanni Paolo II ha sottolineato che il Rosario "se riscoperto in modo adeguato, è un aiuto, non certo un ostacolo all'ecumenismo!". Se, come fa Michele Rubini, entriamo infatti nello spirito dottrinale e teologico dei misteri della luce, introdotti dal Santo Padre, essi ci portano al cuore dell'unità della Chiesa, voluta da Gesù e dolorosamente perduta, nel corso del tempo, a causa delle incomprensioni dei suoi seguaci.
"Ho trascritto a futura memoria (mi auguro) alcuni episodi: eventi dialoghi, passeggiate... vissuti a quattr'occhi, lontani dal pubblico, senza censura alcuna, neanche quella del "fair play", ma solo dettati dalla cordialità, dalla sincerità, dalla spontaneità. Frammenti che aiutano a comprendere meglio la persona in tutto il suo spessore e nelle pieghe anche feriali del suo essere ed agire." (Michele Cipriani)