Al culmine dell'intensa vicenda sacerdotale e pastorale, Michele Cipriani propone l'epifania del suo personale incontro con il proprio centro sacro; sgrana il rosario a puntate della sua sete d'infinito, della sua ricerca di dio, raccontando i chiaroscuri dell'affascinante e misteriosa sua leggenda. La silloge è divisa in tre parti: la prima scorre lungo i nastri d'asfalto e gli itinerari pietrosi dell'uomo d'oggi, messi in rapporto con i suoi luoghi dell'anima; la seconda segue l'itinerario liturgico che va dalla contemplazione della croce alla Risurrezione; l'ultima attraversa la navata del mondo, la storia globale, le sue disperazioni, i suoi sogni... Ma il tema di fondo è la fede come dono e conquista, spazio di lotta interiore nel ritmo dell'andare. La fede è matura quando è capace di sperimentare il silenzio di dio e la sua costante, fedele presenza.
Don Michele Cipriani è arciprete e parroco della Concattedrale di Terlizzi. Attivamente impegnato nell'opera educativa delle giovani generazioni, ha insegnato presso i Seminari Vescovili e Regionale di Molfetta, oltre che presso gli Istituti medio-superiori di Terlizzi.
"Ho trascritto a futura memoria (mi auguro) alcuni episodi: eventi dialoghi, passeggiate... vissuti a quattr'occhi, lontani dal pubblico, senza censura alcuna, neanche quella del "fair play", ma solo dettati dalla cordialità, dalla sincerità, dalla spontaneità. Frammenti che aiutano a comprendere meglio la persona in tutto il suo spessore e nelle pieghe anche feriali del suo essere ed agire." (Michele Cipriani)
Nella bimillenaria vicenda cristiana, il fenomeno della pietà popolare è ricorrente fin dai primi secoli. Negli ultimi decenni la cultura cattolica prova a comprendere le manifestazioni variegate di questa "religio domestica" come ricchezza, e le mediazioni popolari come modalità d'incarnazione e d'inculturazione della Parola nella vita umana. Anche nel contesto meridionale, il perdurare di forme diffuse e tradizionali di religiosità popolare - principalmente legate alle processioni, ai pellegrinaggi, alla Settimana Santa e della Passione, alle devozioni mariane e al culto dei santi, alle loro raffigurazioni artistiche, alla festa patronale e alla pratica dei voti - ripropone ciclicamente il suo universo simbolico e valoriale come manifestazione religiosa e provocazione ecclesiale, specie laddove l'espressione della gestualità, dei sensi e della sensibilità personale nell'atto comunicativo della fede sembra contestare la funzione "un po' ingessata" del rito liturgico.