Le vicende che nel 1860 videro coinvolti gli ufficiali della Marina borbonica sono un tema ancora oggi fonte di un dibattito che ben si presta alla riflessione sull'intreccio tra guerra civile, crisi dello Stato e costruzione dei nuovi edifici nazionali. Per questo conflitto interno al mondo meridionale gli storici utilizzano oggi il paradigma interpretativo di "guerra civile". Proprio qui sta la singolarità della vicenda della Marina borbonica. Quegli ufficiali, pur essendo detentori di porzioni del potere legittimo, scelsero deliberatamente e compattamente (fatta salva qualche eccezione) di passare dall'altra parte. Furono dunque patrioti o traditori? Perché questi ufficiali scelsero di stare nel campo, quello unitario, apparentemente [più] lontano dalle loro esperienze?
Prefazione di Pierluigi Castagnetti. Postfazione di Marco Piantini
Caro lettore, stai leggendo la quarta di copertina di un libro poco saggio. Se non vuoi agitarti, mettere in discussione qualche punto di vista e essere chiamato a condividere una piccola parte di responsabilità, faresti prima e molto bene a rimetterlo dove lo hai trovato. Se hai iniziato a sfogliarlo, vuol dire che hai accettato l’invito e hai scelto di assecondare una precisa volontà. Ti sei messo in gioco, ti sei compromesso e così facendo hai permesso che queste pagine possano attendere il proprio preciso compito: proseguire, forti della tua complicità, la ricerca delle nostre radici, di italiani e di europei, della nostra identità, della nostra idea di Europa. Questo libro ti riguarda.
Si può capire e apprezzare l’Unione europea con discorsi da bar? Si, a patto che si tratti del Bar Europa. Il barista è Michele Gerace
Frediano Finucci, capo della redazione economia ed esteri del Tg La7 e conduttore di Omnibus
Michele Gerace ci propone di ripensare i fondamenti del nostro vivere insieme e sopratutto ci invita a rimetterci in cammino
Eric Joszef, Corrispondente in Italia di Libération
Un invito ad un dialogo costruttivo per un’Europa nella quale saremo forti solo insieme e nella nostra diversità, senza dimenticare i nostri valori
Caroline Kanter, Direttore della Fondazione Konrad Adenauer in Italia
È un libro che chi ha un ruolo guida in politica e in società dovrebbe leggere prima di dichiarare esaurito
Paul Sellers, Direttore del British Council in Italia
Quando, dalla finestra della nostra redazione a Bruxelles, vedemmo aprire il bar itinerante di Michele decidemmo di prendere anche noi posto ad un tavolo. Scoprimmo un luogo dall'aspetto leggero ma di pensiero intenso, che ha coinvolto molti giovani, coloro che nell'Europa unita ci sono nati, e ai quali non era stato detto che è anche cosa loro. Frequentando questo bar hanno scoperto che l'Unione non è condizione data, ma prospettiva che va alimentata giorno per giorno, in particolare da chi ne rappresenta il futuro
Lorenzo Robustelli, Direttore di Eunews
"Trasformismo, nella sua carica semantica, fin dalla sua nascita... oltre al valore di un centrismo ispirato al moto proprio del progresso racchiude come obiettivo la formazione di un nuovo partito liberale costituzionale per il progresso e la libertà rivitalizzando, in un progetto moderno, quel che rimaneva degli ideali dell'elite che aveva realizzato lo Stato unitario. Tuttavia connubio e trasformismo non appartengono alla stessa famiglia storica, la loro unione è generata da un equivoco mai del tutto chiarito dalla storiografia italiana, alimentando una anomalia che trae la propria origine da una costruzione ancora imperfetta quanto immatura del nuovo Stato preunitario... Trasformismo - troppo spesso assunto a categoria metastorica della tradizione politica italiana - va invece ricondotto al suo momento storico degli anni Ottanta del XIX secolo."
Un'antologia di testi tratti dal capolavoro di Montaigne, "I Saggi". Un volume arguto, quasi da comodino, che ha il pregio di avvicinare i lettori al pensiero del grande filosofo francese.