Con Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi lo scrittore Giosuè Carducci (1835-1907) fu il Maestro della Terza Italia dal Risorgimento alla prima guerra mondiale. Insegnò ad amare lo studio e l'impegno politico quale dovere del cittadino. La sua vita fu costellata di tragedie: la morte del fratello e dei due figli maschi, passioni amare, polemiche politiche, scandali, un'aggressione all'Università di Bologna in cui insegnava da quando aveva 25 anni. Chi fu Carducci? "Garibaldino" cantò la regina, repubblicano fu senatore del regno: un vero statista. Nel 1906 ebbe il premio Nobel per la letteratura perché dette voce a un ideale di validità universale: saldare la classicità greco-latina con l'Europa contemporanea. Qui se ne propone un ritratto a tutto tondo.
Silvio Pellico (1789-1854) fu caporedattore del "Conciliatore", principale rivista italiana del Risorgimento, finanziata da Federico Confalonieri e Luigi Porro a Milano. Famosissimo dal 1815 per la tragedia "Francesca da Rimini", carbonaro dal 1820, arrestato per cospirazione contro l'Impero d'Austria nell'ottobre 1820, condannato a morte nel febbraio 1822, dagli Inquisitori Pellico venne ritenuto il perno della cospirazione per la libertà e l'indipendenza dell'Italia. Fu, sostiene l'autore, una personalità vivace, estrosa, creativa, profeta dell'Europa delle nazioni. In appendice si propongono lettere inedite, nonché ritratti e pagine del manoscritto delle "Mie prigioni" conservato al Museo Nazionale del Risorgimento di Torino.