La Bolla d'indizione del Giubileo straordinario della misericordia inizia con queste parole: "Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre". Non possiamo parlare di misericordia senza parlare di Gesù. Senza credere in Gesù, il quale si avvicina ai peccatori con parole che sono colme di perdono e di amore, e senza credere nella sua tenerezza rivoluzionaria, non ha senso parlare di misericordia. La misericordia è l'atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro. Questo libretto rammenta, elencandole e meditandole, le opere di misericordia corporale, ricordando che alla fine della nostra vita saremo giudicati sull'amore; e le opere di misericordia spirituale, capaci di guarire le anime.
Ricca di citazioni e di richiami alle fonti questo libro è una vera e propria antologia critica sull’uomo e scrittore Pavese. L’autore non parte da una tesi precostituita ma, spinto dalla passione e dalla sicura frequentazione dei testi, presenta un affresco fedele e particolareggiato della visione che della vita, dell’uomo e del suo destino aveva quest’animo così sensibile e geniale.
La disperazione di fronte alla realtà (non lo stupore) è l’amara conclusione a cui arriva il pensiero di Pavese, vinto dalla convinzione che l’uomo è solo e che gli ideali alla lunga non reggono: l’amore è dolore, l’amicizia è ingannevole. Ma, pochi giorni prima del suicidio annota sul suo diario: “O Tu, abbi pietà”.