Teodonco Moretti-Costanzi (1912-1995) è stato un filosofo mistico, che ha formulato il concetto ultimo di tutto il suo filosofare nell'identità di cristianesimo e filosofia, da non intendere come una "confessalizzazione" della filosofia e tantomeno come una "demitizzazione" del cristianesimo, bensì come il riconoscimento del loro comune appartenere al livello più alto della coscienza, alla sapienza, nel quale soltanto si dischiude adeguatamente la "verità" che sostanzia allo stesso modo la "fede sapiente" e la "rivelazione filosofo".
L'opera costituita da diversi saggi scritti in epoche diverse, trova la sua unitarietà nel confronto che Moretti-Costanzi vi stabilisce con se stesso, riconoscendosi nel "sapere" bonaventuriano. Non si tratta, dunque, di misurarvi l'esattezza di una ricostruzione filologica, bensì di ritrovarvi la consonanza di pensiero che il filosofo umbro visse e senti con il Dottore Serafico. La filosofia come "ascesi di coscienza" ossia come "Itinerarium Mentis in Deum" è qui il punto focale dove Moretti-Costanzi vive la prossimità di San Bonaventura. Ritrovandosi, scopre il francescano dottore e approfondisce se stesso.