Le celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia hanno visto una partecipazione popolare al di là di ogni aspettativa; si è così mostrata la profondità delle radici del nostro stare insieme come nazione, come Italia unita. Le parole scolpite nella Costituzione per definire la Repubblica - "una e indivisibile" - hanno trovato un riscontro autentico in milioni di italiani. Secondo la Carta costituzionale, il Presidente della Repubblica "rappresenta l'unità nazionale". Giorgio Napolitano ha colto ogni occasione per dare risalto alle ragioni di dignità e di orgoglio nazionale che ci offre la storia del movimento di unificazione. Questo libro tocca gli aspetti salienti di quel processo: la sapiente architettura ideata da Cavour, lo slancio eroico suscitato da Garibaldi, la partecipazione della società meridionale alla costruzione dell'Italia unita, i legami del movimento per l'unità nazionale con le esperienze europee, l'azione unificante della lingua e della cultura. Napolitano non nasconde le zone d'ombra e le promesse non mantenute, in particolare lo squilibrio tra Nord e Sud e l'attuazione parziale di quell'autonomismo ben presente nelle visioni risorgimentali e infine nel dettato della Costituzione repubblicana. Ma proprio la consapevolezza delle durissime prove che l'Italia è stata costretta a superare per diventare un grande, moderno Paese europeo deve darci quella fiducia indispensabile per superare le ardue sfide che ci attendono.
Le celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia hanno visto una partecipazione popolare al di là di ogni aspettativa; si è così mostrata la profondità delle radici del nostro stare insieme come nazione, come Italia unita. Le parole scolpite nella Costituzione per definire la Repubblica - "una e indivisibile" - hanno trovato un riscontro autentico in milioni di italiani. Secondo la Carta costituzionale, il Presidente della Repubblica "rappresenta l'unità nazionale". Giorgio Napolitano ha colto ogni occasione per dare risalto alle ragioni di dignità e di orgoglio nazionale che ci offre la storia del movimento di unificazione. Questo libro tocca gli aspetti salienti di quel processo: la sapiente architettura ideata da Cavour, lo slancio eroico suscitato da Garibaldi, la partecipazione della società meridionale alla costruzione dell'Italia unita, i legami del movimento per l'unità nazionale con le esperienze europee, l'azione unificante della lingua e della cultura. Napolitano non nasconde le zone d'ombra e le promesse non mantenute, in particolare lo squilibrio tra Nord e Sud e l'attuazione parziale di quell'autonomismo ben presente nelle visioni risorgimentali e infine nel dettato della Costituzione repubblicana. Ma proprio la consapevolezza delle durissime prove che l'Italia è stata costretta a superare per diventare un grande, moderno Paese europeo deve darci quella fiducia indispensabile per superare le ardue sfide che ci attendono.
Tra le elezioni politiche dell'aprile 1992 e quelle del marzo 1994, l'Italia ha vissuto un periodo convulso, drammatico, destinato a segnare uno spartiacque nella storia della Repubblica; un periodo che ha visto crollare equilibri di governo, schieramenti politici, gruppi dirigenti, travolti dalla questione morale, dalle contraddizioni e dalle degenerazioni di una democrazia "bloccata". Giorgio Napolitano ne ricostruisce le principali vicende - dalla bufera giudiziaria alla riforma elettorale - e alcune giornate significative, così come le ha vissute da Presidente della Camera dei Deputati. Questo libro è quindi una puntuale e appassionata rievocazione, e insieme una riflessione su complessi temi di carattere politico-istituzionale che, sia per le tesi sviluppate sia per l'autorità morale di chi scrive, aiuta a capire che cosa sia la politica e come si debba fare politica. "Una transizione incompiuta?", uscito per Rizzoli nel 1994 con il titolo "Dove va la Repubblica", si ripresenta qui accompagnato da una prefazione di Pietro Scoppola e una postfazione dello stesso Giorgio Napolitano.