Stanco di non essere riconosciuto e di essere mal interpretato, stanco di sussurrare a orecchie che non volevano sentire, Nietzsche, sul filo dell'estrema sanità mentale, "monta sulle nuvole per parlare con tuoni e fulmini": si mette in piazza, si autointerpreta, si teatralizza. Con il suo carattere drammatico, i suoi fulgori poetici e le lampeggianti profondità del suo pensiero "Ecce homo" rappresenta il libro conclusivo di Nietzsche. È l'interpretazione ultima, autentica, unica e precisa di un autore che, nella sua totalità, non sarà più capito neanche dai suoi più grandi interpreti. Di fatto, "Ecce homo" è ed è stato sempre uno dei testi più dibattuti di Nietzsche, e di esso sono state proposte le definizioni più discordanti: proclama cosmico? documento psicopatologico? autoritratto? pamphlet antitedesco? A completare la bibliografia delle opere di Nietzsche nel catalogo BUR entra quindi un unicum di tutta la produzione del filosofo, l'opera con cui deve necessariamente confrontarsi chiunque intenda avvicinarsi a Nietzsche.
Vi scongiuro fratelli, rimanete fedeli alla terra e non credete a quelli che vi parlano di sovraterrene speranze!" Con le parole del fondatore di un'antica religione persiana, attraverso una messa in prosa libera dai vincoli del rigore saggistico, Nietzsche ci racconta la morte di Dio, l'eterno ritorno e il superuomo. Metafore, immagini, figure e parabole si elevano e danzano al di sopra di un mondo in cui tutti i valori sono tramontati, sostituiti da un nichilismo nel quale vige solo la volontà di potenza dell'uomo.
In "Verità e menzogna" sono raccolti tre scritti di Nietzsche. Tre scritti giovanili, nei quali s'intravedono i grandi temi della maturità. C'è la distinzione tra apollineo e dionisiaco, che poi sarà al centro della Nascita della tragedia. C'è la riscoperta dei presocratici. C'è la prima e insuperata teoria della conoscenza che nega la possibilità stessa della conoscenza e propone quello scenario scettico che nella maturità approderà al nichilismo. E c'è, soprattutto, la potenza di uno stile visionario e di un temperamento esplosivo, quello stile e quel temperamento che sconvolgeranno la modernità con la forza di un terremoto.
Si tratta della terza delle quattro "Considerazioni inattuali" di Nietzsche. Fu pubblicata nel 1874, quando aveva trent'anni, ed è riconosciuta come la più bella delle quattro. È il suo diario, la sua "storia più intima" e il suo manifesto, che consente di comprendere la molla fondamentale e il motivo generatore di tutta la sua vita e la sua opera. Attraverso l'esaltazione del suo "unico e grande maestro" Schopenhauer, è Nietzsche stesso dunque che si presenta come educatore: educatore alla grandezza e a "compiti di portata storica universale". In essa egli espone la teoria del filosofo non come un contemplatore neutro e oggettivo, ma come un legislatore, un uomo destinato a trasformare i valori, a sovvertire ogni ordine esistente.