Un grande narratore italiano riflette sullo stato della letteratura chiedendosi se la scrittura abbia ancora un senso, e quale, nella società di oggi. Una società senza più punti di riferimento, senza forma e volto, anonima e virtuale, che ha contaminato anche la narrativa. Lo scrittore pare infatti ormai adattato al linguaggio di massa, e infine separato dalla propria identità più profonda. Scrive Parazzoli: «Ogni nuova opera è per lo scrittore il clic del percussore del gioco della roulette russa finché non esplode il bang. È il rischio ciò che conta, non il successo o il fallimento». Ecco: è proprio la 'pallottola d'argento' del rischio che sembra essersi persa, quello stimolo di inquietudine che è invito a trovare nella pagina il luogo della vertigine verso l'alto del senso come verso il basso dell'abisso umano, e non l'amalgama piatto e orizzontale della cronaca e della 'dittatura' tecnologica. Con critiche graffianti e appassionate, nella libertà del suo stile di narratore, Parazzoli mette a fuoco il problema e insieme regala, in una sorta di piccola 'scuola di scrittura', preziose indicazioni stilistiche per chi voglia riprendersi il rischio della vera letteratura. Prefazione di Giuseppe Lupo.