"Al passato ci si può volgere sotto una duplice spinta: disseppellire i morti e togliere la rena e l'erba che coprono corti e palagi; ricostruire, per compiacercene o dolercene, il percorso che ci ha condotto a ciò che oggi siamo, illustrandone le difficoltà, gli ostacoli, gli sviamenti, ma anche i successi. Appare ovvio che nella storia contemporanea prevalga la seconda motivazione; ma anche la prima vi ha una sua parte." Claudio Pavone, per molti anni archivista di Stato, ha insegnato come professore associato di Storia contemporanea presso l'Università di Pisa. I suoi interessi di studio si sono concentrati sulla formazione dello Stato unitario dal punto di vista istituzionale e amministrativo, sulla storia delle istituzioni in generale e sul nodo fascismo-guerra-Resistenza. Tra i suoi volumi più recenti, "Una guerra civile" (Torino 1991, più volte ristampato), "Alle origini della Repubblica" (Torino 1995) e "Intorno agli archivi e alle istituzioni. Scritti di Claudio Pavone" (a cura di I. Zanni Rosiello, Roma 2004).
"Finalmente vedo Lenin, prima di profilo, poi di fronte, poi di nuovo di profilo. È tutto vestito di nero, e il corpo è appiattito. Ha la giubba chiusa dei primi bolscevichi. La testa la fisso a lungo, per decidere se è una statua o un uomo vero: può sembrare assurdo, ma la cosa non appare affatto chiara. E non tanto perché il volto di Lenin, come le sue mani, sembra di cera, ma perché la domanda che mi sta più pressando dentro è questa: cosa aggiunge alla verità che è per noi Lenin vederne così il corpo? Lenin è somigliantissimo a quello che si vede nelle fotografie: la fissità e la mancanza di espressione hanno rinsecchito l'aspetto puramente morfologico, che è così molto vicino al vero, ma come in una copia mummificata. Una fotografia ha gli occhi vivi; qui c'è il corpo vero, ma gli occhi sono chiusi. Cosa vale di più?" È il 31 agosto del 1963. Claudio Pavone sale sul treno che lo porterà oltre la cortina di ferro. L'occasione del viaggio è un programma di scambio italo-sovietico per raccogliere informazioni sui documenti italiani presenti nei diversi archivi sovietici e, prima, la III Conferenza internazionale della Resistenza che si tiene a Karlovy Vary in Cecoslovacchia. Da Praga un treno lo condurrà attraverso la Polonia, le pianure ucraine, fino a Mosca e poi a Leningrado e Kiev. Di questo viaggio Claudio Pavone tiene un diario in cui annota impressioni, incontri, discussioni, immagini restituendo intatto quel mondo sovietico non più staliniano, ma non ancora attraversato dal disgelo.