Il cammino di scoperta della natura dell’amore parte dalla Grecia antica con il suo profondo e sfaccettato pensiero sia mitologico che filosofico, per passare poi alla prospettiva propria di Israele con le sue originali e diversificate accentuazioni in materia, per approdare infine alle origini cristiane con l’incomparabile novità incentrata sulla figura del nazareno Gesù. L’autore ricostruisce l’ambiente filosofico e religioso entro cui l’idea di amore-agape si sviluppa nell’Antico e nel Nuovo Testamento. Approccio che non ha tanto una preoccupazione storica ma che prepara il campo all’analisi delle ricadute teologiche ed etiche della concezione cristiana di Dio come amore-agape.
Sulla via della Croce, dove Gesù ha accettato la sorte del chicco di grano che cade in terra e muore per produrre molto frutto (Gv 12,24), ci lasciamo accompagnare dagli straordinari testi di Papa Benedetto. Un percorso di purificazione e di espiazione attraverso il quale ognuno di noi chiamato a camminare, per donarsi e donare agli altri lo squarcio di sereno verso Cieli Nuovi, verso il Paradiso.
Romano Penna, professore emerito di Origini cristiane alla Ponti cia Università Lateranense, rma un testo chiaro e accessibile sulla gura storia di Cristo. Gesù non è una forza impersonale della natura, ma un uomo che è vissuto inserito nella storia dell’umanità e che ha avuto una sua propria vicenda personale, inquadrata in precise coordinate spazio-temporali. Poiché in generale «ciò che è l’uomo, solo la storia può dirlo», questo è altrettanto vero per Gesù: la sua identità, se è pur vero che per la fede va ben oltre la storia,
è però percepibile soltanto cominciando dalla storia e addirittura è con gurabile integrando la storia stessa nel suo ritratto personale.
Con la Prefazione del cardinale Carlo Maria Martini.
L'aldilà ha molti volti: non tanto perché il passaggio si verifica in modi diversi per ciascuno, ma soprattutto perché esso è stato pensato in modi diversi. Uno studio sull'immortalità non può quindi limitarsi alle Sacre Scritture ebraiche e cristiane. Il tema infatti ha una portata interculturale e interreligiosa, e proprio questo lo rende un campo insidioso e insieme avvincente. Vale la pena percorrerlo, anche perché paradossalmente il pensiero della morte aiuta a vivere meglio, almeno con più coscienza, l'attuale esistenza storica. Esplorando le varie tipologie di sopravvivenza ci si renderà conto che il pensiero di un'immortalità futura non è un motivo onirico per fuggire dal realismo di un presente impegnativo. Serve invece a coltivare la certezza che tutto comincia qui adesso: l'immortalità parte dalla convivenza con le cose più piccole e le relazioni più disparate di ogni giorno. Per il cristiano l'eternità e, quindi, l'immortalità comincia, non dopo la morte fisica, ma qui e ora, nel pur precario presente storico.
Perché i primi cristiani hanno cominciato a ripetere settimanalmente l'Ultima cena di Gesù? Che valore davano a questo incontro? Come e perché si cominciò a chiamare Eucaristia quella che inizialmente era la "Cena del Signore"? Perché la "liturgia eucaristica" precedeva la "liturgia della Parola"? Che rapporto esisteva tra Battesimo ed Eucaristia? Sulla base di un'impegnativa ma analisi dei testi religiosi e dei contesti sociali, Romano Penna, noto studioso delle origini cristiane, in questo saggio enuclea le sue risposte. Ricostruisce con cura il composito panorama delle prassi "celebrative" delle primitive comunità cristiane valorizzando le diversità di ambienti, di testimonianze e di riflessioni teologiche, tutte caratterizzate dalla totale assenza di categorie sacrali. Per i credenti in Cristo l'importante non è soltanto il momento di una prassi cultuale quanto ancor più il dato di una vita comunionale, condotta all'insegna della fede e di un solido legame con Gesù Cristo, nato con il Battesimo. Quella prima "immersione" in Lui si rinnova e si nutre grazie all'Eucaristia, tale da diventare fonte di una comunione fraterna altrettanto salda, vissuta nella concretezza, "finché egli venga".
Il volume segue il percorso storico dei quattro momenti in cui il Vangelo ha preso forma. Il primo è l'annuncio di Gesù di Nazaret, incentrato sul regno di Dio reso attuale nella sua dedizione agli emarginati morali e sociali. Il secondo è l'annuncio pasquale della prima comunità cristiana, incentrato sul Crocifisso Risuscitato. Il terzo sta nel passaggio da Israele ai confini del mondo. Il quarto esamina la transizione dal primo Vangelo orale ai vari vangeli scritti, canonici e apocrifi. Infine si precisa l'impatto del Vangelo sulla identità del cristiano, della chiesa e dell'uomo.
Il confronto tra Gesù e Socrate, implicito già in Erasmo da Rotterdam e successivamente esplicitato in Rousseau, Hegel e ora persino nei blog filosofici su Google, solleva l'interrogativo sull'identità del Nazareno. Non basta affermare, per esclusione, che egli non è un greco né di etnia né di cultura e nemmeno un giudeo della diaspora ellenistica. Tanto meno si può sostenere in modo acritico che la lingua greca degli evangelisti sia la stessa di Gesù, anche se era diffusa in Galilea negli ambienti più colti della società. Non si può nemmeno escludere che egli ne avesse una conoscenza almeno sommaria, ma di certo non era la sua lingua madre e nemmeno quella usuale come mezzo di comunicazione. Questo aspetto di Gesù si può forse misurare in certe parole dei vangeli che riflettono un'eco della tradizione sapienziale greca. Tuttavia, egli è sempre vissuto dentro i confini geografici del suo paese proiettato solo verso l'interno e non nella direzione del Mediterraneo - e la sua formazione è di impronta essenzialmente giudaica. Spetterà così ad altri, e non a Gesù di Nazaret, il compito di portare il messaggio del vangelo nel mondo della cultura greca.
Gli studi qui presentati, di cui alcuni inediti, sono volti a cogliere la tipicità della fede cristiana e vertono quasi tutti sugli scritti neotestamentari, chiamati canonici" perchè sono il canone/regola della fede. " Si propongono alcune riflessioni di carattere fondamentale, anzi fondativo, che evidenziano l'importanza e la qualità delle Scritture bibliche. Si procede poi con lo studio e la presentazione di alcuni fattori costitutivi della fede cristiana e l'analisi di testi significativi che la esprimono. Seguono infine due sezioni, paoline e giovannee, che colgono diversi punti di vista e che mettono in luce la molteplice ricchezza insita nella fede cristiana.
Acercarse a san Pablo conlleva un descubrimiento: el cristianismo, sobre todo y precisamente en su versión paulina, no es un mero divertissement, un juego, sino que está hecho para gente adulta que sabe reflexionar sobre sí misma y sobre lo que verdaderamente cuenta en la vida. El euangèlion es el motivo más adecuado para etiquetar en su conjunto la argumentación de la Carta a los Romanos. Y no solo porque ese anuncio constituye el orgullo del apóstol, sino sobre todo porque la carta ofrece una amplia reflexión hermenéutica sobre el anuncio cristiano y sobre las diversas implicaciones de su contenido y su eficacia. Estas implicaciones configuran en cada caso los diversos aspectos del Evangelio, sean teológicos, cristológicos, antropológicos, bíblicos, histórico-salvíficos, ecuménicos o morales.
Quella che si è soliti chiamare «fede cristiana» trae origine da una matrice israelitica, gesuana e pasquale. Tre tappe di un percorso complesso,
ma affascinante e coinvolgente per riscoprire come il Dio della fede cristiana si identifichi con un uomo crocifisso, anagraficamente identificabile come Gesù di Nazaret, anche se poi dichiarato risorto (ma in quanto crocifisso) da comunità che esplicitano in maniera diversificata
il contenuto cristologico della fede pasquale. Dietro una variegata trama di testi, si scorge il volto del Dio del Vangelo, il Dio di Gesù Cristo: un Dio sorprendente e imprevedibile. Una fede così sfocia nella contemplazione, e richiede nient’altro che umiltà, ringraziamento, e lode.
Ecco dunque una piccola summa della fede di Israele, di Gesù e della Chiesa primitiva. Agostino di Ippona afferma che «se la fede non è pensata, è
come se non ci fosse»: queste pagine vorrebbero contribuire a ripensarla per appropriarsene in modo nuovo.
L’AUTORE
Romano Penna, nato a Castiglione Tinella (CN), sacerdote della Diocesi di Alba, è Ordinario di nuovo Testamento presso la Pontificia Università Lateranense. È autore di numerose pubblicazioni, tra le quali ricordiamo: Lo Spirito di Cristo (1976); L’ambiente storico-culturale delle origini cristiane (1991) e, presso le Edizioni San paolo, L’apostolo Paolo, Studi di esegesi e teologia (1991); Paolo di Tarso, Un cristianesimo possibile (1994); Una fede per vivere (1992).
Descrizione dell'opera
Il volume offre un'ampia documentazione di testi originali sull'ambiente socio-culturale delle origini cristiane dal secolo IV a.C. fino al II d.C., così da consentire al lettore una conoscenza diretta di tale ambiente nelle sue più diverse espressioni (politica, filosofia, ritualità, ethos vissuto, religione) e favorire un raffronto personale e immediato con gli scritti cristiani.
Sommario
Introduzione. Abbreviazioni. I. LA SITUAZIONE DELL'AMBIENTE. 1. L'humus dell'ambiente giudaico. A. Quadro politico-sociale. B. Il culto. C. Il rabbinismo. D. Gli apocrifi palestinesi (non apocalittici). E. La comunità di Qumrân. F- Il giudaismo ellenistico. 2. L'humus dell'ambiente greco-romano. A. Quadro politico-sociale. B. La filosofia. C. Aretalogie e racconti di miracolo. D. Dalla religione tradizionale ai culti misterici. E. Il culto imperiale. 3. La tentazione gnostica. A. Testi ermetici. B. Testi di Nag Hammadi. C. Notizie sui sistemi gnostici. II. UN ESEMPIO DI INCULTURAZIONE. Contatti nei generi letterari maggiori. A. La biografia e la storiografia. B. La epistolografia. C. L'apocalittica. III. LE TESTIMONIANZE DIRETTE DELL'AMBIENTE SULLE ORIGINI CRISTIANE. Testimonianze dirette. A. Iscrizioni (su pietra). B. Letteratura giudaica e siro-palestinese. C. Letteratura latina e greca. APPENDICI. Bibliografia sommaria. Indice delle fonti citate.
Note sull'autore
ROMANO PENNA, professore emerito di Nuovo Testamento all'Università Pontificia Lateranense e all'Università Pontificia Gregoriana, è studioso di scienze bibliche con autorevolezza internazionale. Le sue pubblicazioni gravitano attorno alla complessa figura di Paolo di Tarso e al rapporto tra il cristianesimo delle origini e i suoi interlocutori giudaici ed ellenistici. Per EDB ha pubblicato: Lettera agli Efesini. Introduzione, versione e commento (32010), Lettera ai Romani. Introduzione, versione e commento (3 voll., 2004-2008; vol. unico 2010), Paolo scriba di Gesù (2009), L'Evangelo come criterio di vita. Indicazioni paoline (2009), Profili di Gesù (2011). Gesù di Nazaret nelle culture del suo tempo (2012) e, insieme a R. Cantalamessa e G. Segalla, Gesù di Nazaret tra storia e fede (22009).