Il colonnello Valente, dei servizi segreti italiani, viene convocato da Emma Santini, segretario del partito di opposizione. La donna è convinta che il celebre giornalista Dario Ottolenghi, amico suo e dello stesso Valente, contrariamente a quanto si crede non sia stato ucciso in Iraq durante un viaggio di studio, ma sia ancora vivo. Potrebbe essere stato rapito, o essere in fuga e solo Valente può scoprire la verità. Il colonnello parte per Istanbul sulle tracce di Ottolenghi, ma viene arrestato e invitato a lasciare la Turchia. Prima però, un incontro con Scarlett Bingham, l’affascinante direttrice del British Council locale, gli conferma che Ottolenghi potrebbe essere vivo. Le informazioni che gli dà lo obbligano anche a riaprire il capitolo di uno dei suoi più gravi insuccessi professionali: la fuga da Parigi del terrorista italiano Cesare Attolico. È solo l’inizio di un’indagine complessa, che vedrà Valente vittima di un agguato, dal quale si salverà solo grazie alla prontezza della sua compagna, Anne Dumont. Perché qualcuno vuole fermare a tutti i costi il colonnello? Che cosa c’è veramente dietro la scomparsa o la fuga di Ottolenghi e di Attolico? Valente, solo contro tutti, è tradito anche dalla sua compagna che deve scegliere fra l’amore e la ragion di stato. La verità emergerà un tassello alla volta, e trascinerà il protagonista e il lettore in uno scenario tanto inquietante quanto drammaticamente attuale. Un thriller italiano che ha la forza e il respiro dei grandi thriller americani.
L'Unione Europea è considerata la più grande innovazione politica della seconda metà del secolo scorso: ha consolidato la pace fra paesi che si erano dilaniati in numerose e sanguinose guerre, ha contribuito in modo determinante al progresso economico del continente. Passando, in cinquant'anni, da sei a ventisette paesi, ha dimostrato un'incredibile forza di attrazione. Tuttavia, oggi sembra essersi arenata. Soprattutto, dopo i successi nel campo dell'integrazione economica, l'Europa stenta a trovare la strada dell'unione politica. Non bisognerebbe forse chiedersi se l'integrazione, com'è stata concepita, sia stata figlia di un mondo che non esiste più, dopo la fine della guerra fredda e la globalizzazione? Per chi invece, come l'autore, ritiene che l'integrazione debba essere proseguita, non bisogna accettare il fatto che nuovi progressi potranno essere realizzati solo da un numero più limitato di paesi, aspettando eventualmente che altri si aggreghino più tardi? Nel tentare di dare una risposta a queste due domande, questo saggio ripercorre, in capitoli tematici, le tappe di uno sviluppo di cui si tende oggi a dimenticare la difficoltà, raccontando come ognuno dei paesi partecipanti ha vissuto la sua particolare visione dell'Europa e come, nonostante tutto, sia stato possibile, almeno sinora, trovare una sintesi.