Da queste pagine Rocco (circa 1345-1377) emerge come un giovane a noi contemporaneo, con la sua generosità e la sua spontaneità, col desiderio esuberante di vita autentica, colmo di ideali di libertà, giustizia, amicizia, sebbene immerso in un mondo ostile.
Il progetto divino della vita di Santa Elisabetta della Trinità nel tempo si è realizzato, anche con la collaborazione di mamma, di laici musicisti, di tanti sacerdoti, delle monache; a tutti, è stata riconoscente, a tutti ha sempre detto “grazie”, per tutti ha pregato. Anche per tutti Santa Elisabetta della Trinità ha una storia singolare le cui tappe sono uniche: la morte del babbo, la prima confessione, la prima Comunione, il voto di verginità, l’obbedienza alla mamma che le proibisce il Carmelo, la vestizione del saio carmelitano, l’offerta di vittima di espiazione, la grave malattia e la morte. Per chi ha fede la carmelitana di Digione è un capolavoro della grazia di Dio; ha accettato le sollecitazioni all’esercizio delle virtù che venivano dalla famiglia e dalla Chiesa; si è esercitata nelle virtù dell’umiltà, dell’obbedienza, del lavoro, della purezza, della carità; ha resistito alle tentazioni della superbia e della vanagloria; ha superato la prova del suicidio nel crogiolo del dolore credendo all’amore di Gesù; ha affidato a lui se stessa nell’ultimo palpito d’amore cosciente.
Elia è un profeta solitario. Irrompe nella storia del regno di Acab come campione del vero Dio. Difende la moralità dei giusti d'Israele condannando il re Acab, che assassina Nabot per impossessarsi della sua vigna. Opera prodigi per aiutare i poveri e sfugge i violenti. E si stacca dalla terra in modo prodigioso, aureolandosi di mistero.
Vissuti in pieno Ottocento, genitori di Santa Teresa di Lisieux, la loro vita fu la testimonianza di una quotidianità vissuta alla presenza di Dio
Hanno testimoniato la loro fede fino all'accettazione della morte, nell'Uganda del 1918.
Nel 1799 l'Abbazia di Casamari (Frosinone) fu teatro di un terribile eccidio ad opera di alcuni soldati dell'esercito napoleonico, che massacrarono sei monaci rimasti fedelmente al loro posto ed avevano anche accolto benevolmente i loro assassini.
Nata a Ibillin, in Terra Santa, nel 1846, divenne Carmelitata Scalza. Fu inviata a fondare nuoi carmeli in India e a Betlemme. Il suo cammino vocazionale fu accompagnato da numerosi fenomeni mistici. Morì nel 1878.
In seguito alla proclamazione dell'indipendenza (1960), nel Congo scoppia una terribile guerra civile: tra le migliaia di vittime, saranno trucidati anche tanti missionari. La casa delle suore viene assalita dai ribelli Simba che prendono prigioniere le religiose. Queste vengono portate alla periferia di Isiro; suor Maria Clementina Anuarite resiste eroicamente ad un tentativo di violenza da parte di un comandante dei Simba e perciò viene ferita gravemente e muore il 1° dicembre 1964.
Padre Pippo (1915-1993) è stato un uomo di Dio: aveva una personalità eclettica ed era dotato di una grande umanità. Visse lunghi periodi della sua vita in missione in Burundi. Fu un uomo normale, con le sua passioni, il suo orgoglio, i suoi attacchi d'ira, ma anche con una straordinaria capacità di dare e di darsi, di fare e di farsi prossimo: un piccolo grande strumento nella mani di Dio per il bene degli uomini.
Missionario in Africa, fratel Giosuè contrasse la lebbra. Seppe trasformare il fallimento e la sciagura della malattia in occasione di grazia e di carità. Coed. Elledici - Velar.
Bice Luigia Casero (1913-1989), chiamata alla vocazione claustrale, assume il nome di Maria Candida. Nei suoi primi anni di clausura sente il desiderio di ritornare alle origini dell'Ordine di Sant'Ambrogio ad Nemus. Questo nuovo cammino inizia nel 1963 nel Monastero ristrutturato di Bernaga (LC). La Sacra Congregazione per i Religiosi e gli Istituti secolari approva le Costituzioni assegnando a lei e alle consorelle il titolo di Monache Romite dell'Ordine di Sant'Ambrogio ad Nemus.
Madre Laura Baraggia nasce a Sulbiate Maggiore (MB) il 1° maggio 1851; lo stesso giorno è battezzata coi nomi di Laura Rosa. Il 16 gennaio 1866 lascia il paese natale ed entra a servizio della famiglia Biffi a Milano, dove rimarrà diversi anni. In quel periodo Laura compie la sua maturazione umana e spirituale: il 2 febbraio 1879 durante l'adorazione eucaristica nella Chiesa di San Babila, in un'esperienza mistica intuisce la futura fondazione di una nuova Famiglia religiosa. Su suggerimento di padre Ottone Terzi, sua guida spirituale, entra nella compagnia delle Orsoline, iniziando il noviziato il 13 maggio 1880. Lo stesso anno rientra a Sulbiate dove a settembre dà vita con alcune compagne ad un gruppo di consacrate: è l'inizio della Congregazione della Famiglia del Sacro Cuore di Gesù. La Congregazione crescerà di numero e si espanderà. La Serva di Dio Madre Laura Baraggia muore santamente fra il compianto delle suore e della popolazione nella Casa Madre di Brentana il 18 dicembre 1923.