L'opera è un'autobiografia dal 1876 al 1922 di Celso Costantini. È soprattutto una versione unica sulla prima guerra mondiale, nel cui epicentro si trovò il futuro Cardinale ad Aquileia, prima, e sulla linea del Piave, poi. Eccezionale è la sua testimonianza su Gabriele d'Annunzio a Fiume, dove Costantini fu inviato come Amministratore Apostolico per far fronte alle avventure del Comandante poeta, riuscendo a scongiurare un bagno di sangue alla città già martoriata.
Il volume pubblica un corpus di scritti inediti, scelti per rilevanza storica tra le lettere del Cardinale Celso Costantini e quelle dei suoi corrispondenti. L'opera presenta la grande figura del Porporato friulano, definito "di una superiorità assoluta" da Giovanni XXIII, fa luce sulle sue aperture profetiche ed evidenzia le sue relazioni con personaggi illustri, tra cui uomini di cultura (D'Annunzio, Ojetti, Gemelli, Carnelutti, Maritain), esponenti politici (Ciano, De Gasperi, Cini, Martino, La Pira), artisti (Canonica, De Chirico, Mistruzzi, Messina), Cardinali e Papi (Sarto, Della Chiesa, Ratti, Pacelli, Roncalli, Montini)