"Questa mia servetta Fantasia ebbe la cattiva ispirazione di condurmi in casa tutta una famiglia, non saprei dir dove né come ripescata, ma da cui, a suo credere, avrei potuto cavare il soggetto per un magnifico romanzo. Insomma quei sei personaggi, nati vivi, volevano vivere." Così scrive Pirandello nel 1925, nella premessa aggiunta alla terza edizione dei "Sei personaggi in cerca d'autore". Rappresentata per la prima volta al Teatro Valle di Roma nel 1921, la pièce aveva ottenuto un'accoglienza tempestosa, con il pubblico che urlava "Manicomio!" dalla platea. Né poteva essere diversamente, vista la portata rivoluzionaria di quei sei personaggi senza nome che irrompono per declamare la propria catastrofe. Espressione del disordine incoercibile che li ha generati, essi sono l'inizio di una rivoluzione che ha cambiato la storia del teatro e spalancato allo spettatore la dimensione straniante del luogo in cui finzione e realtà si fronteggiano in un abbraccio impossibile.
Agli albori del cinema, Pirandello racconta il dramma di un uomo dietro la macchina da presa.
Un caleidoscopio di "maschere", di personaggi straordinari, cupi e tragicomici, irregolari e paradossali, sempre ferocemente ostinati ad andare oltre la barriera invisibile che separa l'essere umano dai suoi simili. Un'opera che vale da atlante dell'animo umano, il tentativo titanico di fare una mappatura di tutto ciò che appartiene all'uomo, del nobile e dell'ignobile, del misero e del sublime, della crisi e di quel "ridere piangendo" che lo scrittore siciliano si impegnò per tutta la vita a studiare e a raccontare.
Pubblicato per la prima volta nel 1904, "Il fu Mattia Pascal" inaugura la stagione dell'umorismo pirandelliano. Il protagonista del romanzo, dopo essere stato dato per morto e aver trascorso una "vita parallela" torna al suo paese d'origine con l'intenzione di vendicarsi dei torti subiti; ma si ritrova invischiato in una situazione paradossale, da cui esce solo rinunciando allo status di essere vivente. In accesa polemica con le convenzioni razionalistiche e scientiste e i vincoli della società moderna, Luigi Pirandello, premio Nobel per la letteratura nel 1934, affida al suo romanzo più celebre il rifiuto delle convenzioni letterarie, recuperando invece la tradizione sterniana e senza dimenticare le esigenze della suspense. E di una delle opere più originali ed eccentriche di inizio Novecento Alberto Casadei propone una nuova edizione ampiamente commentata e aggiornata ai risultati della ricerca più recente.
"Ma voi, insomma, si può sapere chi siete?" Mi stringo nelle spalle, socchiudo gli occhi e rispondo: "Eh, caro mio... Io sono il fu Mattia Pascal."
"Una realtà non ci fu data e non c'è, ma dobbiamo farcela noi se vogliamo essere: e non sarà mai una per tutti, una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile. La realtà d'oggi è destinata a scoprircisi illusione domani." (Luigi Pirandello)
"Chi ha la Ventura di nascere personaggio vivo può ridersi anche della morte. Morrà l'uomo, lo scrittore, strumento della creazione; la creatura non muore più!" (Luigi Pirandello).
"Vedi questi pazzi? Senza badare al fantasma che portano con sé, in se stessi, vanno correndo, pieni di curiosità, dietro il fantasma altrui! E credono che sia una cosa diversa." (Luigi Pirandello).
"Quando parliamo noi? Quando riflettiamo? Solamente quando vi siamo costretti da cause avverse; mentre poi in quelle che ci danno diletto il nostro spirito riposa e tace. Pare così che il mondo sia soltanto pieno di mali." (Luigi Pirandello).
"L'umorismo è un fenomeno di sdoppiamento nell'atto della concezione; è come un'erma bifronte, che ride per una faccia del pianto della faccia opposta." (Luigi Pirandello).
"Non t'è mai avvenuto di scoprirti improvvisamente in uno specchio, mentre stai vivendo senza pensarti, che la tua stessa immagine ti sembra quella d'un estraneo, che subito ti turba, ti sconcerta, ti guasta tutto, richiamandoti a te, che so, per rialzarti una ciocca di capelli che t'è scivolata sulla fronte?" (Luigi Pirandello).
"Fare il pazzo! Potessi farlo io, come piace a me! Sferrare qua tutta la corda pazza, cacciarmi fino agli orecchi il berretto a sonagli della pazzia e scendere in piazza a sputare in faccia alla gente la verità!"