Capace di grandi gioie e di dolori profondi, emotiva eppure forte, Antonia Pozzi infonde nei propri versi una sensibilità che respinge gli orpelli, alla ricerca di un'assoluta essenzialità. Il tentativo di dare autenticità e concretezza alla propria voce si realizza - scrive Antonella Anedda - attraverso un evidente «corpo a corpo con la parola» e grazie a una capacità di sguardo acutissima, in grado di ritrarre con esattezza tanto il profilo delle adorate montagne quanto i molteplici volti di un'interiorità chiaroscurale e complessa. In quest'ampia raccolta di poesie(1929-38) trovano spazio il legame con la natura, un sentimento di amore autentico, il gusto per la bellezza delle piccole cose - riflesso di un ardore in cui, tuttavia, è già presente il germe dell'inquietudine che avrebbe infine preso il sopravvento, portandola a togliersi la vita a soli ventisei anni.
È la storia di una ragazza dalle lunghe gambe nervose quella che Paolo Cognetti ha raccontato in questo libro, che scorre sotto i nostri occhi come un docufilm. Milano, la montagna e la scrittura sono le cose che sente di avere in comune con lei. La ragazza ha attraversato una manciata di anni del Novecento: la sua famiglia borghese l'ha imprigionata nel conformismo ma le ha dato la possibilità di fare esperienze precluse ad altre donne, come studiare all'università, viaggiare in tutta Europa, andare in montagna e scalare. Ha esplorato il mondo con desiderio ardente, ha esplorato sé stessa attraverso la fotografia e la poesia. Ha amato con sovrabbondanza e inesperienza, come i suoi pochi anni le hanno consigliato. La montagna è sempre statala sua maestra e il suo rifugio. Si chiama Antonia Pozzi ed è morta suicida nel 1938, ma qui rivive per noi attraverso foto, diari, lettere e poesie, frammenti di un'esistenza che palpita ancora grazie al racconto di Cognetti che, mescolando le proprie parole alle sue, ce la restituisce in un ritratto nitido e delicato: un omaggio a un'artista che, senza saperlo e senza volerlo, ha scritto un capitolo della storia del secolo scorso.
Una nuova edizione per l'elegante volumetto che ripropone la raccolta di liriche concepite e scritte a Pasturo dalla poetessa Antonia Pozzi, pubblicate postume per la prima volta nel 1954 e oggi arricchite con altre poesie e una serie di fotografie scattate dalla stessa Pozzi. È inoltre allegato anche un DVD contenente il film "Il cielo in me. Vita irrimediabile di una poetessa" di Sabrina Bonaiti e Marco Ongania. Il coordinamento editoriale dell'opera è di Onorina Dino, custode dei manoscritti della poetessa e sua maggiore interprete. Il cofanetto, contenente il volume delle poesie e il DVD, è stato impreziosito da una cura particolare dei caratteri grafici e tipografici (progetto di Paolo Vallara), per una veste estetica essenziale: alle liriche raccolte nelle pagine corrisponde così la poesia insita nell'oggetto-libro stesso.
L'elegante volumetto ripropone la raccolta di liriche concepite e scritte a Pasturo dalla poetessa Antonia Pozzi, pubblicate postume per la prima volta nel 1954 e oggi arricchite con altre poesie e una serie di fotografie scattate dalla stessa Pozzi. Il coordinamento editoriale dell'opera è di Onorina Dino, custode dei manoscritti della poetessa e sua maggiore interprete. La raccolta è stata impreziosita da una cura particolare dei caratteri grafici e tipografici (progetto di Paolo Vallara), per una veste estetica essenziale ed elegante: alle liriche raccolte nelle pagine corrisponde così la poesia insita nell'oggetto-libro stesso.
Antonia Pozzi, poetessa e fotografa degli anni Trenta, è stata oggetto da alcuni decenni a questa parte, fin dal primo riconoscimento di Eugenio Montale, di una straordinaria riscoperta sia in Italia sia all'estero, resa evidente dal susseguirsi continuo di scritti critici e tesi di laurea su di lei, e di traduzioni dei suoi versi in varie lingue (a quelle precedenti, già numerose, se ne sono aggiunte recentemente due in tedesco, mentre è in preparazione una traduzione in francese). Per quel che riguarda la poesia, ricordiamo che, nonostante sia morta suicida a soli ventisei anni, Antonia Pozzi ha lasciato più di trecento composizioni, estremamente originali per temi e linguaggio e, sul piano della fotografia, ha prodotto circa tremila immagini, ormai oggetto di interesse nella loro autonomia espressiva. Il volume, oltre alle poesie, propone testi dai diari e dagli scritti critici come il saggio su Huxley e alcuni passi dell.introvabile tesi di laurea su Flaubert e dalle lettere scelte ai compagni di studi e ad Antonio Maria Cervi.
È la prima antologia fotografica di Antonia Pozzi.
Due sono state le passioni di Antonia Pozzi: in primis la poesia (per la quale è conosciuta), quindi la fotografia. I suoi scatti possono essere considerati poesie con la macchina fotografica e hanno pari valenza qualitativa delle produzioni letterarie.
Il saggio è strutturato come segue:
Biografia di Antonia Pozzi (a cura di Onorina Dino)
Saggio introduttivo (a cura di Ludovica Pellegatta)
70 foto in bianco e nero/color seppia con relative didascalie a destra; commenti, poesie, citazioni a sinistra.