L'opera del neoplatonico Proclo è estremamente ampia e articolata. Dai testi esegetici dedicati ai dialoghi di Platone si passa a commenti e analisi allegoriche di testi poetici (in particolare di Omero ed Esiodo), fino ad arrivare a opere di poesia "ispirata", i cosiddetti "Inni". Entro questa vasta produzione esegetico-filosofica e poetica, questo è il testo in cui Proclo raccoglie in modo sistematico quella che nell'ottica neoplatonica è la parte più preziosa dell'insegnamento filosofico di Platone: la speculazione intorno alla forma e la struttura della realtà divina. Si tratta del testo in cui Proclo sviluppa, a livelli più alti, la summa teologico-metafisica del tardo Neoplatonismo.
I "Tria Opuscola" procliani appartengono al gruppo di opere considerate sistematiche: si tratta di scritti di tenore teoretico dove Proclo espone, in modo organico, la propria sintesi filosofica elaborata, secondo la più tipica vocazione speculativa del neoplatonismo, come esplicitazione e spiegazione del verbo di Platone. I "Tria Opuscola" rappresentano un'articolata sintesi della metafisica neoplatonica e greco-antica tracciata a partire da una prospettiva etico-religiosa; i trattati sulla Provvidenza, la Libertà e il Male costituiscono la risposta della sapienza del mondo greco a quelle questioni esistenziali sul male e il destino dell'uomo alle quali le pratiche magiche e i nuovi culti, come il cristianesimo, stavano dando risposte inedite.
Un grandioso commentario alla "Repubblica" di Platone, uno dei testi basilari della civiltà europea. Platone aveva immaginato una Città ideale come proiezione ingrandita della psiche umana illuminata dall'Idea del Bene, e aveva fatto corrispondere ogni virtù a una parte precisa dell'anima e della città. Proclo, ultima voce filosofica del mondo pagano, ne offre la versione sistematica neoplatonica: la "Repubblica" è considerata la base dell'etica, così come il Timeo è la base della fisica e il Parmenide è la base della metafisica. Attraverso la lettura cristiana dello Pseudo-Dionigi Aeropagita, il commento di Proclo è entrato subito a far parte della costituzione etica e catechetica della Chiesa cristiana greca delle origini.