L'immagine di un orso competitivo e invincibile che spicca da un cartellone pubblicitario si intreccia con il delicato ricordo di una suora che canta nel buio davanti a un cero pasquale. Un insolito accostamento che offre lo spunto per una riflessione sul senso della vita religiosa e sulla sua potenziale capacità di suggerire una storia alternativa al mercato e alla sopraffazione dei potenti sui deboli. «Esistono ferite così profonde che soltanto la bellezza può guarire», afferma il domenicano Timothy Radcliffe. «Di fronte a certe sofferenze, la speranza può essere espressa soltanto dall'arte».
La raccolta propone alcuni saggi e discorsi dell’ex maestro generale dei domenicani, la cui chiarezza, profondità e saggezza sono ormai note al grande pubblico. I testi racchiudono un’esperienza di straordinario respiro e una ricchezza di visioni non limitate alla vita religiosa, ma estese alla chiamata apostolica di tutti i credenti.
Il titolo vuole mettere in evidenza la vitalità della vita religiosa oggi, invitando – come suggeriva sant'Agostino – a cantare per vincere la paura, che è la più grande nemica della vita cristiana. "So che questo titolo, Cantate un canto nuovo può apparire inadeguato, poiché nulla di quanto scrivo è realmente nuovo. […] Non ho esitato a impossessarmi di qualsiasi esperienza incontrata durante i miei viaggi e a condividerla. Dopo tutto, sono un frate questuante. La novità del canto consiste nella irrefrenabile novità di Dio, non nella mia" (dalla Prefazione).
Note sull’autore
Timothy Radcliffe op (1945), maestro dell’Ordine dei frati predicatori (domenicani) dal 1992 al 2001, proviene dalla provincia inglese dove ha ricoperto principalmente mansioni di docenza universitaria (è stato per una decina d’anni professore di Nuovo Testamento a Oxford). Sensibile alla dimensione sociale della fede cristiana, è capace di coniugare una straordinaria capacità di percezione dello spirito della modernità con una profonda riflessione teologico-spirituale. Tra i suoi libri, ricordiamo l’ultima pubblicazione I Call You Friends, London-New York 2000.