Un libro su Hans Werner Henze non vuol dire soltanto rendere omaggio a una delle personalità di maggior spicco del mondo musicale contemporaneo, ma mettere a fuoco, e in alcuni casi scoprire, aspetti fondamentali della vita musicale degli anni recenti, dissolvendo equivoci e dissipando luoghi comuni. Questo libro - realizzato su iniziativa dell'Assessorato per la Cultura della città di Torino in occasione delle giornate di musica contemporanea di Settembre Musica 1986 - è un'opera collettiva nella quale i vari contributi, scritti con la massima libertà, hanno finito per costituire nel loro insieme una sorta di pacata e approfondita confutazione di quei luoghi comuni: vi si avverte una specie di impulso oggettivo che coincide con la visione culturale degli anni Ottanta, una visione che è stata capace di misurare le distanze riequilibrando e scoprendo le proprie prospettive. I saggi qui pubblicati rispecchiano infine, nell'internazionalità della loro provenienza (vi compaiono, a parte una certa scontata preponderanza tedesca, autori italiani, svizzeri, francesi, costaricani e americani), l'amplissimo raggio di influenza esercitato dalla musica di Henze.
Negli anni Settanta, Arvo Pärt si impone un lungo silenzio. Sente di dover avviare una ricerca più radicale, puntare alla nuda essenzialità del suono, liberandolo dal tecnicismo e dalle artificiosità dei linguaggi contemporanei. Da quel lungo e coraggioso apprendistato nascerà lo stile tintinnabuli, una musica semplice, minimale, venata di misticismo e quasi incantatoria. Attorno al "tempo dell'attesa", preludio alla svolta tintinnabuli, ruota l'evocazione degli anni formativi in Estonia, le prime esperienze artistiche, il difficile rapporto con l'establishment sovietico fino al sofferto trasferimento a Vienna. Una seconda parte raccoglie testimonianze di musicisti che hanno collaborato con Pärt e una serie di saggi sulla sua poetica musicale.