"Alla fine del mese di ottobre 1915, lo sterminio dei cristiani di Mardin sembrava essere concluso. Tuttavia un centinaio di persone vivevano ancora: erano vecchi, donne anziane, infermi. Il turco Bedreddin fu preso da zelo: 'Spazzateli via, e che non ne rimanga nemmeno uno'. Con questi cento sopravvissuti fece un convoglio che, deportato nel deserto, sparì per sempre". Mardin è una delle tante città dell'impero ottomano dove, durante la prima guerra mondiale, si è consumata la strage degli armeni e dei cristiani. Una violenza che ha segnato in profondità quelle regioni e che non è cessata: sono passati cento anni e la persecuzione in Medio Oriente continua. Anche oggi, a pochi chilometri da Mardin, oltre la frontiera turca, in Siria e in Iraq, si combatte con una crudeltà senza misura. Di nuovo, come allora, si assiste a deportazioni, massacri, sgozzamenti, rapimenti, vendita di donne e di bambini. Molti si chiedono: da dove viene tanta ferocia? Dal profondo di una religione, l'islam, o da una storia di convivenza difficile? Oggi, come ieri, si consuma una pagina della 'morte' dei cristiani d'Oriente.
Il volumetto, proposto dall’Autore in occasione dell’Anno sacerdotale, guarda al sacerdozio come missione, come azione, movimento che, dall’altare, si spinge nel mondo, a “compromettersi “ con il mondo. Il principio qui sotteso è una sorta di moderna rivoluzione copernicana che vede nell’altare il centro, il vertice cui tutto confluisce, cielo e terra. E dunque, proprio a muovere da questa prospettiva, proprio dall’altare il cristiano è chiamato a “guardare al dramma e alla bellezza della vita”.
“È dall’altare, da questo monte santo che dobbiamo guardare le cose terrene, giudicarle e servircene” scrive papa Giovanni XXIII. E l’Autore va oltre, alla ricerca della linfa che nutre l’originalità di questo sguardo: il Calice e il Libro, la liturgia eucaristica e la liturgia della Parola.
Lo studio, la riflessione, la meditazione del Libro divengono allora, condizione necessaria per poter abitare il monte santo, la città di Dio. Ed esserne cittadini.
Punti Forti
La fama dell’autore e una scrittura agile e chiara. Il testo esce come 11° volume di una collana affermata che ha tra i suoi autori Ermes Ronchi e Carlo Maria Martini. Di Andrea Riccardi: Paolo, l’uomo dell’incontro (2008); L’uomo e la donna. Sogno di Dio (2009).
Destinatari
Per chi segue gli scritti di Andrea Riccardi e per chi cerca una proposta sul tema del sacerdozio che provochi alla riflessione.
Autore
Andrea Riccardi è docente ordinario di Storia contemporanea presso la Terza Università di Roma. Studioso della Chiesa in età moderna e contemporanea, ha pubblicato numerose opere riprendendo i temi del difficile rapporto tra Cristianesimo, Cultura e Modernità nel secolo XX. Ha riservato inoltre un particolare interesse ai rapporti tra i mondi religiosi dell’area mediterranea. Oltre che per la sua vasta attività scientifica, è noto in ambito internazionale per aver fondato nel 1968 la Comunità di Sant’Egidio. Tra i suoi scritti ricordiamo: Il «partito romano». Politica italiana, Chiesa cattolica e Curia romana da Pio XII a Paolo VI (Brescia 2007); Convivere (Bari 2006); La pace preventiva. Speranze e ragioni in un mondo di conflitti (Cinisello Balsamo 2004); Il secolo del martirio. I cristiani nel Novecento (Milano 2000).