I saggi qui raccolti, e scritti tra il 1975 e il 2000, possono definirsi un compendio della riflessione morale di Ricoeur: dalla distinzione tra etica, come desiderio di una vita compiuta, e morale, in quanto universalità della norma che media tra volontà diverse, alla determinazione dei concetti di stima di sé, sollecitudine, giustizia, libertà, intenzione etica, legge, valore, istituzione, "legge di natura". Una costellazione di categorie con la quale Ricoeur traccia, quasi didatticamente, i lineamenti di una filosofia morale. Una filosofia che coniugando prospettiva teologica e prospettiva deontologica - Aristotele e Kant, ma memore anche della lezione di Max Weber - riconosce l'ineliminabilità del conflitto dei doveri, di un lato tragico inerente all'azione morale. Conflitto al quale far fronte, di volta in volta, con la saggezza pratica. Senza dimenticare la paradossalità dell'etica evangelica, con i suoi comandamenti - "ama il prossimo tuo", "porgo l'altra guancia" - che "orientano disorientando": scompigliando l'esistenza, "rigenerano la libertà".
DESCRIZIONE: Apparso nel 1959, questo saggio segna la svolta in Ricoeur dalla fenomenologia all’ermeneutica e rappresenta la cellula originaria di Finitudine e colpa, l'opera che consacrerà Ricoeur tra i maestri della filosofia contemporanea. Una svolta che avveniva attraverso il confronto con la fenomenologia della religione di Mircea Eliade, la psicoanalisi di Freud e Jung, gli studi sull'immaginazione poetica di Gaston Bachelard e la teologia della demitolo-gizzazione di Bultmann. Il risultato è un'ermeneutica che, da un lato, giustifica il simbolo - sia esso religioso o culturale - in quanto "fonte non filosofica" della filosofia, dall'altro mostra come i simboli - i nomi dal senso molteplice attraverso i quali gli uomini hanno tentato di decifrare gli enigmi della vita - siano a pieno diritto cosa stessa del pensiero.
Un'ermeneutica oggi più che mai attuale, in un tempo dove il ritorno del sacro e dei suoi simboli assume il volto violento degli idoli: «non avremo mai finito di distruggere gli idoli, al fine di lasciare parlare i simboli».
COMMENTO: La seconda edizione del celebre testo-manifesto di Ricoeur sull'ermeneutica: il simbolo come testo che interroga la religione, la filosofia, la letteratura.
"Ho esposto la mia propria concezione della persona nei due saggi Muore il personalismo, ritorna la persona... e Della persona: le linee originarie tra il personalismo di Mounier e la mia concezione della persona vi sono tracciate con precisione...". Nel primo saggio, celebre anche per il titolo paradossale, Ricoeur ricostruisce la morte del personalismo come prospettiva filosofica, e mostra - di contro alla irreversibile crisi di concetti come soggetto, coscienza, io - l'attualità della persona come problema insieme etico e teoretico. Nel secondo saggio, tracciando una perspicua sintesi della sua Summa (Sé come un altro), Ricoeur analizza le categorie che qualificano la persona come una "attitudine": il sé intrinsecamente mediato dall'altro e relazionato al "ciascuno", l'identità narrativa con la sua dialettica di mutamento e permanenza; una costellazione di categorie ritmata dalla struttura ternaria dell'ethos: auspicio di una vita compiuta, con e per gli altri, all'interno di istituzioni giuste. In breve: Muore il personalismo... e Della persona rappresentano i capitoli di una piccola fenomenologia ermeneutica della persona.