Di ritorno dal suo primo viaggio in Russia, Rilke vive un'importante fase di slancio creativo da cui nascono le "Storie del buon Dio" (Geschichten vom lieben Gott) scritte nel giro di pochissimo tempo, nelle notti tra il 10 e il 21 novembre 1899, come riferisce lo stesso Rilke. Influenzate dalle esperienze del viaggio russo le "Storie del buon Dio" narrano dell'infinito amore di Dio che per le proprie creature si strappa dal braccio la mano destra e la manda a incarnarsi sulla terra prendendo le stesse sembianze dell'uomo. La sua mano percorre la via dolorosa della Croce e della salita al Calvario, per poi fare ritorno presso Dio. Ma forse, come afferma il narratore a conclusione del racconto, la sua missione tra gli uomini non è ancora finita. Si tratta certamente di una prosa narrativa-fiabesca incentrata su Dio ma in una cornice di vita reale. È la prima ed unica volta che Rilke utilizza la fiaba come forma espressiva. Il libro consta di 13 storie dove i piani di lettura si intrecciano e si dispiegano nelle narrazioni: dalla critica sociale al senso della vita, dall'amore di Dio per l'uomo alla relazione con gli altri. Più in profondità assistiamo a sottili disquisizioni teologiche, certamente non prive di umorismo.
"Il libro d'ore" ebbe, nella prima metà del Novecento, vastissima fortuna e fu la base della fama di Rilke presso i suoi contemporanei. Il testo racchiude tre serie di liriche che il poeta concepì come intensamente spirituali, nella ricerca di una religiosità radicata nell'incontro tra l'occidente e l'oriente cristiani, capace a propria volta di illuminare i nuovi scenari aperti dalla nascente civiltà industriale. L'incompiutezza di Dio, la sua condizione di esule in un mondo che pure gli appartiene, la necessità di aiutarlo donandogli nuovamente gli spazi dell'esistenza, la consapevolezza del proprio fremere interiore al cospetto dell'infinito silenzio di Dio e del rumore crescente della vita sociale, la dignità indiscutibile della sofferenza e della povertà sono motivi che Rilke affida alla voce di un giovane monaco russo pittore di icone, protagonista di una vicenda che dalla vita monastica porta al pellegrinaggio nella vastità della Russia e poi alla contemplazione della povertà e della morte.
La figura della Vergine emerge dall'opera di Rilke «come donna del silenzio, dell'ascolto, della presenza piena: testimone e co-autrice di un prodigio che ricapitola in sé i tempi e le vicende, centro muto e aperto del divenire. Questo libretto non intende presentare con ordine tutta la produzione rilkiana dedicata a Maria, né compierne un'analisi approfondita in senso storico-critico. La scelta delle liriche è arbitraria ma non casuale; note e introduzioni aspirano ad essere soltanto spunti di meditazione, semplici inviti a goderne la bellezza».
Rainer Maria Rilke nacque a Praga da famiglia cattolica di lingua tedesca nel 1875 e morì a Val Mont nel 1926; visse a Praga, Berlino, Parigi, con frequenti soggiorni in Italia e nel Vallese, dèdito alla propria opera letteraria. È uno dei poeti più conosciuti e amati del primo novecento tedesco ed europeo, ed esprime con straordinaria acutezza i drammatici motivi di fondo della trasformazione culturale che ha segnato l'epoca alla quale apparteniamo. Tra le sue opere: Prime poesie; Canto d'amore e morte dell'alfiere Cristoph Rilke; Storie del buon Dio; Rodin; I quaderni di Malte Laudris Brigge; Nuove poesie; Libro delle immagini; Vita di Maria; Sonetti a Orfeo; Elegie duinesi.
Lorenzo Gobbi, (Verona 1966) ha pubblicato presso Servitium i saggi: L'elogio del frammento (2010), Le api del sogno. Per Emily Dickinson, Amherst, Mass. Una domanda sulla gioia (2009); Lessico della gioia (2008); Carità della notte. Sul tempo e la separazione in alcune poesie di Paul Celan: una lettura personale (2007). Oltre a Il libro d'ore (2009), di R.M. Rilke ha tradotto la Vita di Maria per Qiqajon. È anche autore di testi poetici come Nel chiaro del perdono; Nel centro del ricordo e Luce alla mia destra, Book Editore (reperibili ora sul blog http://lorenzogobbi.blogspot.com, assieme a testi inediti).
In una semplice e raffinata confezione, con testo tedesco a fronte interposti a leggeri disegni al tratto, viene proposta questa inedita ed originale traduzione delle poesie di Rilke dedicate al tema a lui più caro: l’angelo.
Un filo conduttore che attraversa tutta la poetica rilkiana e che questo piccolo volume vuole raccogliere seguendo i passi della sua produzione poetica.
Il titolo, Engellieder, è l’inizio di questo percorso, è tratto infatti dalla raccolta giovanile, scritta a soli 23 anni dal poeta, nella quale per la prima volta s’incontra il tema dell’angelo, seguono poi tutte le versioni successive di questa figura celeste, sino a quella "terribile e spaventevole" delle mature Elegie Duinesi.