Il digitale è una galassia articolata di strumenti e di contenuti, che è necessario conoscere e sul cui sviluppo è opportuno esercitare una influenza. Un libro ‘militante’ e al tempo stesso ‘ragionante’ su una delle questioni su cui si gioca la formazione dei nostri figli, ovvero il loro futuro.
Da un po’ di tempo, sembriamo essere preda di una fede specificamente legata all’evoluzione delle tecnologie digitali: la fede nella tecnologia come motore principale di una vera e propria radicale rivoluzione dell’insegnamento e dell’apprendimento. Nelle sue forme più estreme, si arriva a credere che siano le tecnologie a determinare l’evoluzione sociale e – nel caso specifico – a suggerire strumenti, metodologie e pratiche didattiche. La tentazione è irresistibile: al posto di interminabili dibattiti fra intellettuali e di una faticosa negoziazione sulle politiche più adeguate al rinnovamento del sistema formativo, paiono sufficienti poche ricette semplici e un po’ di shopping sul mercato globale delle tecnologie: il PC, la LIM, il netbook, oggi il tablet. Questo libro assume un punto di vista diverso: le tecnologie e i contenuti digitali costituiscono senz’altro una componente essenziale della formazione nel XXI secolo, ma la loro selezione e le modalità del loro uso debbono essere guidate da un’idea coerente e ‘forte’ degli obiettivi formativi che desideriamo di volta in volta raggiungere. Non sono le tecnologie che determinano questi obiettivi: devono essere gli obiettivi a guidare la scelta e l’uso delle tecnologie. Da questa angolazione, l’autore affronta il tema del rapporto fra il libro (sia nella forma del libro di testo, sia in quella del libro letto per interesse, piacere, approfondimento), la scuola e le risorse digitali, e le molte domande che a questo tema possono essere collegate.
I libri: siamo abituati a vederli, toccarli, annusarli. Sono compagni di vita, un piacere e insieme una necessità. Ma oggi, nell’era degli e-book e dei libri in rete, il mondo dei testi e della lettura sta vivendo una rivoluzione. La quarta, dopo il passaggio da oralità a scrittura, da rotolo a libro paginato, da manoscritto a libro a stampa. Sei lezioni, piacevoli e discorsive, alla scoperta dei sorprendenti strumenti che ci aiuteranno a leggere.
Nel 1951, Isaac Asimov pubblicava su una rivista per ragazzi un breve racconto: Chissà come si divertivano! Il racconto – ambientato nel futuro – si apre con una descrizione stupita del libro a stampa, residuo di un’epoca ormai superata e quasi dimenticata: «Margie lo scrisse perfino nel suo diario, quella sera. Sulla pagina che portava la data 17 maggio 2157, scrisse: “Oggi Tommy ha trovato un vero libro!” Era un libro antichissimo. Il nonno di Margie aveva detto una volta che, quand’era bambino lui, suo nonno gli aveva detto che c’era stata un’epoca in cui tutte le storie e i racconti erano stampati su carta. Si voltavano le pagine, che erano gialle e fruscianti, ed era buffissimo leggere parole che se ne stavano ferme invece di muoversi, com’era previsto che facessero: su uno schermo, è logico.» La descrizione proposta da Asimov sembra oggi straordinariamente attuale. Lo schermo è quello, piccolo e portatile, di dispositivi dai nomi strani: Kindle, iPad, Nook… È davvero questo il futuro che aspetta il libro? Gli e-book riusciranno a raggiungere e superare la perfezione e la comodità dei libri su carta? E quali conseguenze avrà, sul libro come oggetto culturale e sulle abitudini di noi lettori, l’incontro con il mondo digitale?
Indice
Introduzione - I. Il libro e il cucchiaio - II. Il libro magico del cancelliere Tusmann - III. Dalla carta allo schermo (e ritorno?) - IV. Problemi di forma - V. Da Kant a Google: gestione dei diritti e dei contenuti digitali - VI. Quali libri ci aspettano? - Conclusioni: falsi pretendenti e legittimi eredi - Note - Bibliografia e risorse di rete - Fonti delle illustrazioni