Albino Luciani è stato un uomo del Novecento, ne ha attraversato i passaggi più drammatici: dal fascismo alla secondo conflitto mondiale, dalla guerra fredda al "disgelo", fino al manifestarsi delle esigenze di rinnovamento nella società e a nuove, anche violente, contrapposizioni ideologiche. Questa biografia ricostruisce la sua parabola umana e spirituale, dagli anni del seminario al sacerdozio: vescovo a Vittorio Veneto, padre conciliare, patriarca a Venezia, cardinale e pontefice, per poco più di un mese. Documenti, interviste e testimonianze ci restituiscono le sue intenzioni, le preoccupazioni, le linee programmatiche: la conservazione della disciplina nella Chiesa, l'attenzione alla catechesi, il contrasto alla secolarizzazione, la fermezza con i dissidenti, l'impegno pastorale a fianco della sua comunità, la fedeltà nei confronti dell'eredità del Concilio Vaticano II, che per lui rappresentò un'autentica «conversione». Ne emerge una figura complessa - che non coincide con quella stereotipata riportata dalla vulgata corrente né con le categorie storiografiche più usate (conservatore/progressista...) - e capace, con realismo e misericordia, di intuizioni modernissime: lo testimoniano le sue posizioni sulla contraccezione e sulle unioni di fatto e, soprattutto, l'attenzione alla comunicazione, come ha dimostrato nel breve pontificato con il suo linguaggio semplice e diretto. Una lezione di umanità che sarebbe stata ripresa dai suoi successori.
Concesio vuole la sua parte nella vita di Giovanni Battista Montini. Non solo perché vi nacque... È lì che il "mondo stupendo", "questa scena affascinante e misteriosa" si rivelò al suo sguardo innocente e tranquillo, incapace di scorgervi brutture, ma solo bellezza, perché "riverbero della prima unica Luce..."». Queste poche righe, spigolate da una lontana biografia su Paolo vi, non sono più solo un auspicio. E anche il paese natale del pontefice, dove aprì "gli occhi alla luce del sole" e nacque "alla grazia nel battesimo" - come sintetizzò Giovanni Paolo ii in visita a Concesio il 26 settembre 1982 - è diventato familiare a molti. Queste pagine si rivelano un invito a visitare Concesio, sempre più meta di pellegrini e turisti. Testi e immagini introducono il lettore a questo luogo costellato di tracce e simboli della presenza di Paolo VI, ma, prima ancora, lo avvicinano alla figura e al pensiero del Papa Santo che portò a compimento il Concilio Ecumenico Vaticano II. Una guida, soprattutto spirituale, per ripartire là dove per Giovanni Battista Montini tutto è cominciato.
La vita di Papa Roncalli è stata caratterizzata da un’adesione completa alla Parola, sorgente di pensiero e di azione. La sua spiritualità è stata vissuta nel tenersi “sempre con Dio e con le cose di Dio”, e nella consapevolezza di una fraternità universale che preferisce innalzare ponti piuttosto che barriere. Ma l’adesione a questo nucleo si carica anche di valenze creative perché sostenuta dalla continua attenzione alla Storia, dove il Vangelo deve essere calato. Per questo, quasi a sigillo del suo percorso, resta l’attualità del messaggio lasciatoci dal pontefice sul letto di morte: «Ora più che mai, certo più che nei secoli passati, siamo intesi a servire l’uomo in quanto tale e non solo i cattolici; a difendere anzitutto e dovunque i diritti della persona umana e non solamente quelli della Chiesa cattolica”.
"La chiave ermeneutica per comprendere appieno la figura di Angelo Giuseppe Roncalli è quella della spiritualità da lui assorbita durante l'adolescenza e poi rigenerata nella quotidianità di ogni esperienza, primariamente come fiducia in Dio e nell'uomo sua immagine. È un elemento che abbiamo tenuto ben presente nella nostra biografia, quasi un filo che lega decisioni e scritti, anche negli esercizi più alti del governo della Chiesa, quando il potere spirituale può essere scalfito da preoccupazioni di ruolo o d'immagine, stretto da steccati di ordine politico o di opportunità. E chi insegue questo filo scopre via via quanto tale spiritualità sia stata vissuta nel tenersi "sempre con Dio e con le cose di Dio", e nella consapevolezza di una fraternità universale che preferisce innalzare ponti piuttosto che barriere. Vi è dunque anche l'adesione completa alla Parola, sorgente di pensiero e di azione, tra le cifre che segnano questa vita. Ma l'adesione a questo nucleo si carica pure di valenze creative perché sostenuta dalla continua attenzione alla Storia dove il Vangelo deve essere calato. Per questo, quasi a sigillo del suo percorso esistenziale, resta l'attualità del messaggio lasciatoci dal pontefice sul letto di morte: 'Ora più che mai, certo più che nei secoli passati, siamo intesi a servire l'uomo in quanto tale e non solo i cattolici; a difendere anzitutto e dovunque i diritti della persona umana e non solamente quelli della Chiesa cattolica.'" (Dall'introduzione)