Un carisma a servizio dell'unità. Il libro analizza la caratteristica ecclesiale che traspare nella spiritualità di Chiara Lubich, la sua originalità rispetto alle spiritualità nate nella chiesa lungo i secoli, così come in rapporto all'ecclesiologia della contro-riforma dominante prima dell'ultimo concilio. Il volume prende anche in considerazione per la prima volta i limiti della spiritualità della Lubich conseguenti alla sua formazione preconciliare.
Come è stato interpretato e utilizzato il grido d'abbandono del Crocifisso che si legge in Mc 15,34/Mt 27,46 da parte dei Padri della Chiesa? L'autore offre un percorso da Giustino fino ai Padri del V secolo inclusi. In concreto essi si riferiscono sempre a Mt 27,46, ciò che conferma il poco interesse al vangelo secondo Marco. A questo grido è legato anche la sentenza di Dt 21,23 "maledetto di Dio l'appeso al legno", di cui bisogna tenere conto. La ricerca termina con un bilancio che sintetizza l'insieme, presentando un quadro della ricerca esegetica attuale sull'argomento.
Il grido di Gesù in croce - "Dio mio, Dio mio, perchè mi hai abbandonato?" - ha sempre suscitato un vivo interesse nel pensiero cristiano e tra gli studiosi. A distanza di più di 20 anni, è nata perciò l'esigenza di ripubblicare il libro di Gerard Rossé, Il grido di Gesù in croce, soprattutto alla luce di diversi lavori importani sull'argomento, che fanno rilevare l'opportunità di non limitare l'esperienza di abbandono vissuta da Gesù crocifisso a qualche istante passeggero prima della morte. L'Autore questa volta affronta lo studio sul grido d'abbandono leggendolo in un contesto storico più ampio che include quello che Paolo chiama "loscandalo della croce", lo stesso scandalo che fa da sfondo alla redazione del racconto primitivo della passione ripreso poi dda MArco nella composizione del suo Vangelo. Soltanto inu n simile conesto storico poteva formarsi un racconto della passione che ha il suo momento forte in quel grido di abbandono, preso dal Salmo 22, che non conosce uguali nei Salmi di lamentazione. La morte di Gesù non è un tragico evento isolato della storia dell'umanità: nel Crocifisso che muore nella solitudine e nell'incomprensione totale avviene il parto della nuova creazione, nel silenzio di Dio si attua quella paternità escatologica che genera il credente a figlio di Dio.
Nel raccontare la vita di Gesù, consapevole del suo valore universale, l'evangelista Luca non si rivolge unicamente alla ristretta cerchia dei credenti, ma intende farsi leggere anche negli ambienti di cultura greco-romana. Pertanto, pur considerandosi un "servitore" della Parola, mira ad una trasmissione più scientifica e certa dei fatti narrati che possa costituire un riferimento sicuro per le generazioni future. Luca scrive attualizzando fatti ed insegnamenti: nel racconto si respira il pensiero dell'evangelista e la situazione storica della comunitàcristiana, con le sue esigenze e problemi. Su una solida base esegetica, il commento, volutamente privo di tecnicismi, intende avvicinare illettore in modo semplice e diretto al testo, per cogliere la straordinaria ricchezza spirituale di questo vangelo.
UN COMMENTO PUNTUALE E APPROFONDITO DELLA LETTERA AI COLOSSESI E LA LETTERA AGLI EFESINI.
Commento esegetico teologico
Un approccio in chiave storico-critico ai Vangeli.