L'infanzia è la sede della verità e il tempo è un processo di decadimento. Ma all'immagine dell'infanzia innocente se ne è sempre contrapposta un'altra: il bambino come essere ambiguo, potenzialmente malvagio, comunque misterioso. Dopo i bambini, i sogni: prima di essere interpretati dagli psicoanalisti come messaggi provenienti dal mondo interiore, per alcuni millenni sono stati letti come messaggi degli dei e dei demoni. Infine i furori, che sono stati variamente presentati come eroici, come bestiali, come collettivi. "Mandati dagli dei": questa espressione è stata usata molte volte, in epoche diverse, sia a proposito di bambini, sia a proposito di sogni, sia facendo riferimento ai furori.
"I capitoli che compongono il libro hanno per oggetto la nuova astronomia, le osservazioni compiute con il cannocchiale e il microscopio, il principio di inerzia, gli esperimenti sul vuoto, la circolazione del sangue, le grandi conquiste del calcolo ecc., ma accanto a questi argomenti i vari capitoli sono anche volti a esporre le grandi idee e i grandi temi che furono centrali nel corso di quella 'rivoluzione': il rifiuto della concezione sacerdotale o ermetica del sapere, la nuova valutazione della tecnica, il carattere ipotetico o realistico della nostra conoscenza del mondo, i tentativi di impiegare i modelli della filosofia meccanica, l'introduzione della dimensione del tempo nella considerazione dei fatti naturali." (Dalla premessa)
Il fascismo e il tempestivo antifascismo postbellico di molti intellettuali; gli estremismi antioccidentali e apocalittici; la violenza e le guerre giuste e ingiuste; i pacifismi intransigenti e utopistici dell'ultimo quarto del Novecento. Uno storico della filosofia e della scienza - in questo che è il suo ultimo libro - volge lo sguardo all'Italia del Novecento. Ci parla di uomini che, come lui, hanno vissuto le tragedie e le speranze del "secolo breve" e delle idee che ne hanno nutrito le passioni e guidato le scelte. Ci aiuta a capire tutto questo anche con pagine autobiografiche asciutte e intense. A volte - non però in quelle pagine - i giudizi sono taglienti, le prese di posizione nette e polemiche. Ma sono giudizi, prese di posizione che sono tali perché rifiutano "la tentazione del tutto o niente", cieca dinanzi alle incertezze, alle contraddizioni, alla stessa imprevedibile generosità della natura umana.