Questo libro svolge i temi dell'antropologia a partire da una logica relazionale. Il metodo, vicino a quello ad esempio descritto nella "Vita di Mosè" di Gregorio di Nissa, che evoca piuttosto una salita, aiuta a capire anche il contenuto: non si tratta di parlare delle cose di Dio, ma di parlare "con" Dio della persona-uomo, delle Persone Divine. All'esperienza spirituale rimanda infatti continuamente questo libro, fitto di idee, di intuizioni, di luce. Rupnik si rifà spesso agli autori russi, ai quali somiglia anche per la capacità di fondere insieme la tradizione e l'attualità, conoscenze tanto varie, culture diverse e una formazione tologica che respira già con due polmoni.