Nei due millenni della storia delle Chiese cristiane, la predicazione ha rappresentato un momento fondamentale per la trasmissione, dal clero ai fedeli, di dottrine in cui credere e di comportamenti da tenere. Un'attività che ha conosciuto mutamenti ed evoluzioni, qui presi in esame: tra tarda antichità e secoli centrali del medioevo si predicava poco e male, sulla scorta dei sermoni latini di Agostino, Gregorio Magno e altri, mentre negli ultimi secoli dell'età di mezzo i frati mendicanti avevano portato letteralmente i pulpiti fuori dalle chiese. Nel Rinascimento predicatori come Bernardino da Siena divennero "divi" e capiscuola, propugnando un comportamento organico all'egemonia del ceto mercantile borghese, anche grazie allo sfruttamento dell'invenzione della stampa. In seguito, per il contrasto tra Chiesa di Roma e Riformatori d'oltralpe, l'attività di predicazione fu sottoposta al controllo inquisitoriale, mentre con il prevalere della Controriforma le pubblicazioni di prediche diventarono addirittura una forma di letteratura, in grado di coinvolgere persino poeti come Marino.
L'affermazione del primato del papato romano; la nascita e lo sviluppo del monachesimo; gli Ordini mendicanti e le nuove forme di religiosità basso-medievale: mille anni di sperimentazione continua, e talora di veri e propri rivolgimenti, che hanno plasmato le strutture istituzionali della Chiesa. Una nuova edizione con aggiornamenti bibliografici.
Per secoli epidemie di diversa natura hanno falciato l'umanità. Sin dall'esodo del popolo ebraico guidato da Mosè, si è adottato un semplice schema interpretativo: la "pestilenza" - di volta in volta identificato con la peste, la lebbra, il collera, etc. - è una punizione divina per i peccati degli uomini, che devono pentirsi ed espiare le proprie colpe con appositi riti. Pontefici e cardinali hanno guidato processioni, penitenti laici e religiosi dei diversi Ordini si sono sacrificati per assistere malati e moribondi, senza peraltro impedire che ci si scagliasse contro il capro espiatorio del momento, come gli ebrei nel medioevo e gli untori nell'età moderna. Papi e santi sono stati invocati per arginare il fenomeno. La pandemia del coronavi ha richiamato in auge rituali tradizionali e antiche spiegazioni, mettendo però in discussione la praticabilità dei primi e il senso delle seconde. Come mostrano le parole e i gesti di papa Francesco.
Roberto Rusconi, già professore di Storia del cristianesimo e delle Chiese all'Università Roma Tre, è tra i fondatori della "Rivista di storia del cristianesimo". Tra le ultime pubblicazioni per Morcelliana: Storia del cristianesimo e delle Chiese. Dalle origini ai giorni nostri (2019).
Il volume ripercorre più di due millenni di storia del cristianesimo e delle Chiese, scandendo il vasto arco temporale nelle età antica, medievale, moderna, contemporanea e soffermandosi su alcuni snodi fondamentali: dalla predicazione di Gesù di Nazareth allo statuto di religio licita ai tempi di Costantino; dalla fondazione di un’Europa cristiana alla mondializzazione del cattolicesimo; passando per fratture vere e proprie, come lo Scisma d’Oriente (1054), la Riforma di Lutero e la conseguente genesi della pluralità delle confessioni, la Rivoluzione francese, la secolarizzazione, i totalitarismi e il Concilio Vaticano II.
Momenti di passaggio e cambiamento che conducono il lettore a interrogarsi sul domani, sul cristianesimo del terzo millennio, alle prese con i nuovi assetti internazionali e con la diffusione del fondamentalismo religioso.
Completano il testo cartine geografiche e quattordici profili rappresentativi dell’evoluzione storica di una religione fino ad oggi maggioritaria.
Roberto Rusconi, già professore di Storia del cristianesimo e delle Chiese all’Università Roma Tre, è tra i fondatori della «Rivista di storia del cristianesimo». Per Morcelliana ha pubblicato: Il gran rifiuto. Perché un papa si dimette (2013), tradotto in più lingue; Il governo della Chiesa. Cinque sfide per papa Francesco (2013); Papi santi (2014) e I papi e l’anno santo (2015).
Da 2000 anni a questa parte la presenza del papa sulla scena mondiale e il suo ruolo al vertice della chiesa cattolica sono profondamente cambiati, ma il papa resta una figura conosciuta a livello planetario, con un'autorità morale di rilevanza universale. Chi è colui che si presenta come l'ultimo successore dell'apostolo Pietro? Quale peso ha avuto il papato nella storia? In che modo questa istituzione millenaria si confronterà con i mutamenti del complesso mondo globale?
A partire dal 1300 i papi hanno periodicamente indetto un "anno santo" nel quale, a quanti si fossero recati in pellegrinaggio a Roma, ne avessero visitato le basiliche e si fossero confessati e comunicati, era concessa l'indulgenza plenaria, vale a dire la remissione della pena da espiare per i peccati commessi. Il volume fa luce su oltre sette secoli di anni santi, o "giubilei", mostrando gli elementi di continuità e di innovazione che, nel corso del tempo, i diversi pontefici hanno introdotto nelle celebrazioni. Elementi in cui si riflette la stessa storia della Chiesa nel suo rapporto con la società: l'affermarsi della sovranità pontificia tra Medioevo e Rinascimento; la centralità della Roma papale in età moderna; la crescente secolarizzazione in seguito alla Rivoluzione francese; fino al crocevia del Vaticano II. All'inizio di questo secolo, dal "Grande Giubileo" indetto da Giovanni Paolo II si è giunti al giubileo straordinario voluto da papa Francesco. La sua scelta di indire un "anno santo della misericordia" apre l'inedito scenario di una Chiesa capace di assumere un volto nuovo per l'intera umanità.
Papa Francesco con la canonizzazione di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II ha riconosciuto la grande rilevanza per la Chiesa di due pontefici che lo hanno preceduto: Angelo Giuseppe Roncalli, il papa del Concilio Vaticano II, e Karol Wojtyla, il papa protagonista della scena mondiale. La santità dei papi ha segnato il percorso bimillenario della Chiesa. Se la tradizione liturgica ha considerato martiri e santi tutti i romani pontefici dei primi quattro secoli del cristianesimo, al contrario soltanto Celestino V e Pio V sono ascesi alla gloria degli altari rispettivamente nel medioevo e nell'età moderna. Negli ultimi due secoli, dopo la caduta del potere temporale della Chiesa, la santità dei papi è tornata a essere un tratto caratteristico della storia ecclesiastica: da Pio IX, beatificato nel 2000, a Pio X, santificato nel 1954, ai due nuovi papi santi del 2014, a cui si aggiungono le cause di beatificazione in corso di Pio XII - ostacolata dalle polemiche sul suo "silenzio" nei confronti della Shoah -, di Paolo VI e di Giovanni Paolo I. Il riconoscimento della santità dei suoi predecessori costituisce un ulteriore banco di prova per gli orientamenti del papato di Francesco: l'occasione per riflettere sul ruolo del romano pontefice nel futuro della Chiesa.
I problemi che un papa incontra nel governare la Chiesa non sono soltanto quelli divenuti immediatamente attuali, a volte davvero imponenti: in verità essi si sono accumulati nel corso del tempo e hanno radici spesso lontane nei secoli. Volgere lo sguardo all'indietro è utile a comprendere che quanto di frequente va sotto il nome di "tradizione" cristiana il più delle volte è una sedimentazione di pratiche consolidatesi nel tempo. Il volume intende leggere i grandi gesti di papa Francesco in una prospettiva ricavata dalla profondità della storia che lo precede e dalle sfide che la christianitas gli consegna: il ruolo dei laici e il ruolo del clero dal primo cristianesimo ad oggi, l'affermarsi del potere ecclesiastico e il passaggio da vescovo di Roma a papa, il concilio Vaticano II e la fine dell'età costantiniana, i beni della Chiesa e il loro uso. Se questi temi non da ora stanno davanti alla Chiesa, un pontificato nel quale la pratica del servizio papale davvero prevalga su un semplice esercizio del potere non può esimersi dall'affrontarli.
DESCRIZIONE: La rinuncia al pontificato da parte di Benedetto XVI ha reso effettiva una possibilità astrattamente prevista dal Codice di Diritto Canonico: un evento che nel corso della storia si era verificato soltanto molti secoli prima. Alle origini della Chiesa e nel Medioevo si diedero alcune rinunce più o meno forzate ed esplicite, ma Celestino V, papa per pochi mesi nel 1294, era stato finora l’unico papa legittimo a essersi volontariamente dimesso. Se ancora fra ’300 e ’400 durante lo scisma e la crisi conciliare della Chiesa d’Occidente vi furono rinunce coatte, il consolidamento del potere papale nei secoli successivi rese inverosimile l’ipotesi di un’abdicazione del Sovrano Pontefice. Voci di dimissioni cominciarono a circolare nella seconda metà del ’900, a proposito di Pio XII, Paolo VI e Giovanni Paolo II.
Le rinunce al pontificato segnano una svolta nella storia della Chiesa. Secondo la fasulla profezia attribuita a san Malachia, a Benedetto XVI dovrebbe succedere un ultimo papa, detto semplicemente “Petrus Romanus”. Forse perché dopo di lui i cristiani potranno vedere una Chiesa diversa?
COMMENTO: Una brillante e rigorosa storia sul perché e come i Papi si dimettono. Dall'antichità a Celestino V, a Joseph Ratzinger, tra storia, spiritualità e politica. Un libro attualissimo per tutti.
ROBERTO RUSCONI è professore di Storia del cristianesimo e delle chiese all’Università Roma Tre. Membro della direzione della «Rivista di Storia del Cristianesimo», ha recentemente pubblicato Santo Padre. La santità del papa da san Pietro a Giovanni Paolo II (Roma 2010) e La gloria degli altari. I papi santi nella storia della Chiesa (Milano 2012).
«Santo subito» è il grido che si è levato da piazza San Pietro a Roma mentre si celebravano le onoranze funebri di Giovanni Paolo II.
Questo libro ricostruisce per la prima volta in maniera esaustiva il modo in cui nella Chiesa si è rappresentata la santità del papa, dalle origini a oggi, facendo ricorso alle fonti disponibili per le diverse epoche storiche: dalle scritture agiografiche ai processi di canonizzazione, dall’arte alla fotografia. Il volume getta così nuova luce sulla storia della Chiesa e sul rapporto tra sentire religioso, fama e riconoscimento della santità nel corso dei secoli.
Se i papi dell’antichità cristiana godettero di un ininterrotto culto liturgico in quanto martiri, ben più rari furono in seguito i casi di pontefici canonizzati: nel corso del medioevo soltanto Celestino V, il papa del “gran rifiuto” dantesco, e per l’età moderna Pio V, il papa della vittoria di Lepanto contro i Turchi. Sarà il processo di secolarizzazione della società innescato dalla Rivoluzione francese a conferire ai pontefici un’aura di santità, in quanto nuovi martiri, così come la dissoluzione del potere temporale dei papi favorì la devozione per Pio IX, “prigioniero del Vaticano” dopo la breccia di Porta Pia.
La crescente centralità attribuita dalla Chiesa alla figura del pontefice ha portato al riconoscimento di una sua personale santità, al punto che per quasi tutti i papi del secolo appena trascorso è stata avviata la beatificazione o la canonizzazione.
A distanza di secoli sembra così attuarsi un titolo del Dictatus papae del secolo XI: «Il romano pontefice, nel caso in cui sia stato canonicamente eletto, senza dubbio è fatto santo».
Nel volume viene tracciata l'evoluzione del sacramento della penitenza fra il tredicesimo secolo, allorché il IV concilio lateranense (1215) stabilì l'obbligo della confessione almeno una volta all'anno, e la nuova disciplina della Controriforma. L'autore identifica le caratteristiche peculiari della confessione basso-medievale studiando la dottrina teologica e canonistica, e indagando la prassi pastorale. In particolare mette a fuoco il fissarsi della procedura e mostra il ruolo primario che i frati degli ordini mendicanti ebbero nell'amministrazione di questo sacramento.
Presentazione sintetica della vicenda storica di san Francesco, che fornisce una guida autorevole allo studio della «questione francescana». Ampia bibliografia per ulteriori ricerche e approfondimenti.