Che cosa significa riuscire nella vita? E qual è il senso di una vita autenticamente riuscita se nell'economia dell'universo siamo meno di un'ombra che passa? È stato dimostrato che nella storia non è mai esistita una creatura umana identica a un'altra. Ogni persona è cosa nuova e per essere felice deve sentire di dare compimento alla propria natura in questo mondo per renderlo migliore. Per diventare quelli che siamo chiamati a essere, per trovare la nostra strada, dobbiamo accettare il rischio di una ricerca esistenziale che ci chiede di non scegliere solo tra alternative note e rassicuranti, ma di rischiare, mettendo in discussione il nostro modo di amare, di lavorare, di stare con gli altri, spalancando gli occhi sulla varietà di colori che la tavolozza della vita ci offre. Il segreto dell'arte di riuscire è un'alchimia fra azione e contemplazione. E non c'è vera riuscita che non sia costruita superando lacune, storture, errori, sconfitte, delusioni.
Che cosa ci accade quando cominciamo a camminare un'ora al giorno nel verde di un parco, lungo un fiume o in un bosco? Inizia una vera e propria metamorfosi. Tutte le sfere del nostro essere sono coinvolte: corpo, mente e spirito. Camminare vuol dire alleggerirsi, uscire dalle dipendenze emotive, fare ordine nella propria vita per diventare più forti e consapevoli. Roberta Russo offre al lettore un vero percorso per cominciare a camminare con i piedi, la mente, l'anima, in armonia con la creazione, il tempo e la vita.
Perché le antiche croci armene dei primi secoli del cristianesimo non rappresentano mai Gesù ma un albero fiorito? In quale epoca storica si cominciò a designare la figura di Cristo con un pesce? Da dove vengono gli emblemi che indicano i quattro evangelisti? Cosa significano le lettere greche Alfa e Omega poste sull'aureola del "Giudice del Mondo"? Questa guida introduce nel "giardino segreto" dell'immaginario cristiano che ha segnato la storia dell'Occidente dall'ebraismo all'età post-moderna. Uno strumento agile e compatto rivolto a tutti coloro che si interessano di religione, arte, cultura e antropologia. Il suo scopo è fornire un'informazione essenziale sul passato e sul presente dei simboli della cristianità su cui l'uomo moderno ancora oggi si interroga. Con un linguaggio accessibile a tutti, ma che non rinuncia a essere preciso, la ricerca tiene conto delle fonti erudite più aggiornate. Una mappa che in 100 passi fornisce una bussola per orientarsi in un universo iconografico ancora oggi straordinariamente parlante.
È il lino più famoso del mondo. Da secoli provoca l'intelligenza e il cuore di uomini e donne di ogni latitudine: fedeli, curiosi, scettici, ma anche storici, scienziati, teologi che hanno tentato di carpirne il mistero. Cos'è la Sindone? È davvero il lenzuolo funebre di Gesù? Quali segreti nasconde? A quale epoca risale? Nel corso del tempo le domande si sono moltiplicate. E in questa guida, agile ed essenziale, il lettore troverà 100 risposte, tasselli sintetici che forniscono un "bagaglio di partenza" per accostarsi all'enigma del "sudario di Torino" scoprendo tante curiosità: davvero Hitler voleva rubare la Sindone? I Templari custodirono il sacro lino in segreto? Ci sono film che parlano del lenzuolo torinese? È vero che le copie devozionali furono più di 50? Le domande non cesseranno mai di moltiplicarsi, ma in questo libro il lettore, credente o non credente, troverà una mappa indispensabile per orientarsi di fronte a una delle icone più affascinanti della storia sacra.
"In 'D'amore e d'ombra' ci troviamo di fronte a poesie dell'anima. L'artista diventa figlio di Icaro, consapevole delle sue ali di pece, 'dei segreti e delle illusioni del volo'. 'Ebbrezza' diventa la parola chiave. Ebbrezza si contrappone a un paesaggio di nebbie, a un cuore "di ghiaccio"; diventa fuga consapevole, esaltazione necessaria per continuare a sperare, per approssimarsi a una felicità che si fa fugace ma che si vuole assaporare fino in fondo. Una poesia, quella di Russo, lontana sia da sperimentalismi e sterili astrazioni che dalle tentazioni della dimensione edonistica di un certo postmoderno, riverso in una continua dispersione dei fatti e nella negazione di un centro. L'Autore mette in atto una forma di resistenza contro le nostre ne-vrosi, attraverso l'esercizio di una lingua classica e suggestiva che si fa custode di un forte io poetico. Le immagini e i suoni che evoca sono, come nei quadri di Hopper, raggi di luce che attraversano una camera vuota".
I ragazzi disabili, donandomi la possibilità di capirli e il privilegio di aiutarli, mi hanno offerto l'opportunità di liberare il mio cielo dalle nuvole delle effimere certezze e dai nembi dei miei sterili egoismi. Così da educatore per la loro riabilitazione, spesso mi sono ritrovato educato e riabilitato dalle loro quotidiane lezioni. Io li conosco nei sorrisi e nelle lacrime, nel candore dei loro gesti e tra le righe dei balbettii, nei torrenti logorroici e nell'assenza dei loro infiniti silenzi, nei loro disegni dove un fiore è più alto di un albero, e nelle loro disarmanti logiche che tramutano l'handicap delle disabilità nella dignità di esserci e di essere al contempo paradigmatici.