Il volume costituisce un'introduzione al senso della teologia fondamentale e ripercorre storicamente come la teologia ha cercato di dare forma all'esortazione dell'autore sacro di "rendere ragione della speranza cristiana". I capitoli del testo si occupano dei momenti più significativi per la disciplina: l'età dei padri della Chiesa (con l'analisi di autori come Tertulliano, Giustino, Clemente, Origene, Eusebio, Agostino), la teologia medievale (Anselmo, Bonaventura, Tommaso), quindi lo snodo decisivo della modernità in cui l'apologetica a seguito della critica soprattutto deista della rivelazione progressivamente assume la struttura della triplice "demonstratio" durata fino al Novecento. Senza trascurare posizioni diverse come quelle di Pascal e Newman, l'analisi si concentra poi su alcuni modelli di teologia fondamentale nel sec. XX (Blondel, Rahner, Alfaro, Balthasar, Verweyen, Waldenfels), alcuni dei quali sorti dalla crisi del modello neoscolastico. Infine viene presentata un'idea di teologia fondamentale che articola la disciplina in un momento fondativo ed in uno contestuale. Prefazione di Giuseppe Lorizio.
Il volume nella prima parte presenta una ricognizione sulla postmodernità che, al di là dell'acceso e irrisolto conflitto delle interpretazioni, rimane il termine che raccoglie più consenso per indicare la contemporaneità complessa e frammentata e altamente sfuggente alla "presa" dei concetti. Sono presentate le posizioni di alcuni interpreti di spicco (Lyotard, Vattimo, Habermas) e di alcuni fenomeni come il neopaganesimo e il ritorno del sacro. Nella seconda parte si tenta un approccio teologico-fondamentale per evidenziare la "posta in gioco", ovvero la crisi della ragione nella postmodernità e la necessità di ritrovarla oltre le derive ideologiche moderne, restituendole quel ruolo decisivo nella vita di luogo della domanda di senso oltre la sua proclamata irrilevanza.