"Il Piccolo Principe" è una delle opere letterarie più famose e lette del Ventesimo secolo, venduta in circa centoquaranta milioni di copie e tradotta in oltre duecento lingue. Pur concepito come un libro per l'infanzia, il racconto è diventato nel tempo un vero e proprio "cult", amato anche dagli adulti, ripreso in numerose trasposizioni cinematografiche. Al centro della narrazione una storia di amore e amicizia, incardinata su un pilota d'aerei precipitato nel Sahara che incontra uno strano bambino, il Piccolo Principe, che gli dice di essere lì piombato da un lontano asteroide, su cui vive da solo assieme a tre vulcani e una piccola rosa, da lui amata incondizionatamente. Dopo aver vagabondato per molti pianeti, il Piccolo Principe incontra alla fine, giunto sulla Terra, una volpe del deserto dalle lunghe orecchie, che lo supplica di addomesticarla. In questa scena c'è forse la chiave di volta dell'intero racconto, il suo cuore emotivo: la nostalgia struggente di un'amicizia pura. Il grande classico per l'infanzia ma anche per gli adulti, nella nuova, versione di una delle più brave traduttrici italiane. Prefazione di Claudia Gamberale. Età di lettura: da 8 anni.
"Ora sto scrivendo un libro sul volo di notte. Ma, nel suo significato più intimo, è un libro sulla notte", scriveva Antoine de Saint-Exupéry alla madre in una lettera da Buenos Aires. In effetti, "Volo di notte" (1931), il romanzo che ha consacrato il talento letterario di Antoine de Saint-Exupéry (1900-1944), scritto durante quel soggiorno in Argentina, non è soltanto una delle prime opere dedicate a quegli anni eroici, ancora pionieristici, dell'aviazione civile; è anche, e forse soprattutto, il libro di una "contesa", dove la conquista del cielo deve confrontarsi e scontrarsi con tutti gli ostacoli posti non solo dalla natura, con le sue notti senza luce, i suoi picchi montani, le sue tempeste e cicloni, ma persino con quell'altro "senso della vita" rappresentato dalla moglie del pilota Fabien, quella "normalità" che Rivière, il responsabile di quei rischiosi voli notturni, sente di dover combattere strenuamente. "Se fossi giusto - pensa Rivière - un volo di notte sarebbe ogni volta una probabilità di morte". Ma non gli interessa essere giusto, non è con la giustizia che si conquista il cielo notturno; e se una "silenziosa fraternità" lo unisce ai suoi piloti, questa non può intralciare l'inflessibilità di quella "fede da costruttori" secondo la quale "una volta tracciata la rotta, non si può non proseguire".
"non sappiamo prevedere l'essenziale.
Ognuno ha conosciuto le gioie più calde laddove nulla pareva prometterle."
Terra degli Uomini
"Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato" Il Piccolo Principe
"Sarai sempre il mio amico. Avrai voglia di ridere con me." Il Piccolo Principe
"Ciò che altri sono riusciti a fare, si può sempre riuscire a farlo."
Terra degli Uomini
"Non bisogna mai ascoltare i fiori. Basta guardarli e respirarli."Il Piccolo Principe
L'aviazione fu per Antoine de Saint-Exupéry più di una passione, molto più di un lavoro: vera e propria estensione dell'immaginario, il cielo è il luogo che più di ogni altro rappresenta il paesaggio della sua scrittura. In cielo uomini coraggiosi sfidano il pericolo per recapitare la posta in sperduti avamposti della civiltà, attraverso quello stesso spazio azzurro i pionieri esplorano terre lontane, e dall'Africa alla Patagonia luoghi sconosciuti diventano riferimenti, compagni di viaggio per l'occhio esperto del pilota. Questo volume raccoglie i testi di Saint-Exupéry dedicati al volo, un universo da esplorare con la leggerezza e la fantasia dell'autore del Piccolo Principe. Postfazione di Françoise Gerbod.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale, le istituzioni francesi sollecitano Antoine de Saint-Exupéry a collaborare alla macchina della propaganda, ma lo scrittore oppone un fermo rifiuto. Non per questo, tuttavia, rinuncia a levare la voce davanti alla minaccia dell'avanzata nazista sull'Europa, affinché le potenze alleate uniscano le forze per arginare l'espansione del Reich. Tra il 1939 e il 1944, dapprima dal fronte francese, in seguito dagli Stati Uniti e dall'Africa del Sud, Saint-Exupéry affida alla scrittura le sue speranze di una risoluzione del conflitto. La sensibilità letteraria, l'impegno civile e l'esperienza in prima linea come pilota militare compongono in queste pagine un'inedita testimonianza di opposizione coraggiosa alla barbarie dei regimi totalitari.
Creatore di immagini e autore capace di tradurre nella scrittura la prospettiva inedita della visione aerea che gli veniva dall'esperienza di pilota, Antoine de Saint-Exupéry ebbe un lungo rapporto con la scrittura cinematografica. Autore di soggetti e sceneggiature, fotografo, documentarista e prima ancora spettatore esigente, Saint-Exupery inseguiva nelle storie di celluloide la carica immaginaria della poesia e del mito. Nei testi che compose per il grande schermo, finora inediti i n Italia, tornano così molti dei temi e personaggi che illuminano il suo universo romanzesco, come annota Paule Bounin nell'introduzione: "l'Inventore fantasista, con il suo pianoforte e le sue rose, trionfa su tutti i tecnici specializzati, il diamante viene gettato in mare insieme ai sogni di ricchezza, le voci fraterne trasmesse dalle onde radio sono il miglior legame tra gli uomini. E il mondo, passo passo, si allarga immensamente, fino al pianeta del Piccolo Principe".
Una fiaba, una riflessione sul senso della vita e dei legami, semplicemente una storia: molto amato e apprezzato fin dalla sua uscita a New York nel 1943, "Il Piccolo Principe" è diventato nel tempo una lettura universale e uno dei libri più venduti nel mondo, pegno d'amore e d'amicizia. Un aereo in panne nel deserto, un pilota in difficoltà, un principe biondo venuto da molto lontano, una volpe, una rosa: sono i protagonisti di una vicenda che si legge in un respiro e non si dimentica. Per la prima volta dalla storica edizione italiana del 1949, "Il Piccolo Principe" da scoprire, o rileggere, nella nuova traduzione di Beatrice Masini. Età di lettura: da 8 anni.
Insieme a "Terra degli uomini", "Lettera a un ostaggio" rappresenta il punto più alto dell'opera di Saint-Exupéry sia sotto il profilo letterario ed emozionale che nella visione filosofica della vita, che può riassumersi nell'affermazione: "Non c'è che un problema, uno solo, in tutto il mondo: restituire agli uomini un significato spirituale". Scritta durante il suo viaggio d'esilio verso gli Stati Uniti, in fuga dalla Francia occupata, pensando a Leon Werth, l'amico a cui aveva dedicato "II Piccolo Principe", "Lettera a un ostaggio" nasce dalla preoccupazione dell'autore per il pericolo di un esasperarsi dell'intolleranza che la guerra aveva portato alla luce. Dietro il filo dei pensieri, si sviluppa una linea melodica costante che ha per guida l'immagine del sorriso, reso possibile dalla coscienza e dall'impegno a essere in ogni momento quello che si è, per se stessi e per la comunità in cui si è inseriti. Questo testo è stato definito "il poema della restaurazione del sorriso". Dello stesso tenore è il secondo scritto contenuto in questo volume, bisogna dare un senso alla vita degli uomini, che fa parte di una raccolta di saggi intitolata "La pace o la guerra", pubblicata originariamente su "Paris Soir" all'inizio dell'ottobre 1938.