Teologi, biblisti e filosofi di diverse Chiese cristiane e diverse religioni riflettono sulla fragilità di Dio. L'occasione è offerta dal primo anniversario di un fatto di cronaca, il terremoto che ha sconvolto l'Emilia-Romagna nel maggio 2012 e che ha provocato domande cui è arduo rispondere. Non è difficile comprendere perché il solo pensiero di un sisma produca un senso di ansia e non occorre aver letto Kierkegaard per sapere che l'angoscia è prodotta dal possibile e non dal reale. Accanto a mille problemi urgenti e materiali, quell'evento suscita una riflessione sulla fragilità degli esseri umani, delle comunità e delle Chiese nei confronti di ciò che è imprevisto e imprevedibile e mette a nudo la povertà che in genere sorregge le sicurezze, anch'esse, alla prova dei fatti, estremamente fragili.
Francesco d'Assisi è il santo per eccellenza: patrono d'Italia, oggetto di una sterminata devozione, paladino di una religiosità umile e raccolta in sé stessa. Studiato, discusso e interpretato da quasi un millennio, Francesco è paradossalmente anche un autore poco letto. Per questo un'edizione complessiva dei suoi scritti, dalle regole dell'ordine al testamento del santo, sofferto e illuminante, può offrire al lettore moderno un'occasione di conoscere una delle personalità più rilevanti della spiritualità occidentale. Anche alla luce del nuovo impulso dato al suo messaggio dal carisma di papa Francesco.