Va presa sul serio l'attribuzione, da parte della tradizione ebraica, del libro di Qoèlet al re Salomone. Eppure, a prima vista nulla sembra più lontano dal messaggio del Qoèlet "Vanità delle vanità, tutto è vanità" del re di Israele più grande di sempre, sapiente oltre ogni misura, fortunato in amore e straordinariamente dotato di ricchezze. Cosa si nasconde, dunque, dietro tale misteriosa assegnazione? Quale enigma si cela fra le ruvide riflessioni di un saggio ebreo che non cita la Torah, non fa menzione di Gerusalemme e sembra ben poco attratto dalla prospettiva di un aldilà? Seguendo il filone della teologia narrativa, il libro reinventa, sulla scorta del midrash ebraico primo livello di lettura, la storia di re Salomone a partire dagli anni belli della giovinezza e della costruzione del tempio a Gerusalemme; lo seguiamo, poi, nella sua progressiva crisi e maturazione quale futuro autore del Qoèlet. Nel secondo livello di lettura il libro biblico è situato nel contesto della nostra cultura post-moderna, in cui sta riemergendo dal passato, in maniera sotterranea ma evidente, un'istanza sapienziale che può rispecchiare i propri dubbi, le proprie faticose speranze e le proprie perplessità in personaggi biblici sui generis come lo stesso Qoèlet.
Ci sono viaggi che non lasciano alcun segno; si parte e si ritorna come si era prima, anzi più impoveriti e a volte svuotati. Trasformazione sì, ma in perdita. Altri viaggi, invece, sono motivo di un'arricchente trasformazione: è la nostra stessa vita che si modifica in modo inaspettato. Abramo è chiamato a camminare, ad andare verso una terra che non conosce, ma a partire da se stesso e camminando verso se stesso, iniziando un percorso di scoperta interiore. Il cammino sarà costituito da itinerari geografici, scoperte, esperienze umane e spirituali, tra una terra promessa da accogliere e un figlio desiderato. Ulisse, a differenza di Abramo che deve trovare il cammino camminando, ritorna alla sua Itaca viaggiando in mare, elemento impervio e pericoloso, sperimenta una molteplicità di avvenimenti meravigliosi guidato dalla virtù e dalla conoscenza. Alla fine, entrambi i cammini, si confrontano col sacro. Abramo lo coglie attraverso l'ascolto, l'ubbidienza, e la fede in Dio, che rimane nascosto ma determinante per la sua vita. Ulisse, attraverso la ricerca tormentata della sua stessa umanità.
A oltre quindici anni dalla scomparsa, la figura di Fabrizio De André continua a essere al centro di un'amplissima fioritura di iniziative, tanto da far pensare che il cantautore genovese sia riuscito a intercettare, soprattutto post-mortem, un grande bisogno di poesia e di legami sociali. Brunetto Salvarani ripercorre le domande sulla religione e le tracce della Bibbia affioranti a più riprese nella produzione del Bob Dylan italiano, l'agnostico Faber, di cui racconta la vita corsara e i temi chiave, intrecciando strettamente biografia e scelte artistiche.
Morte: una parola chiave per leggere la vita e il messaggio di speranza delle grandi religioni, del cristianesimo in primo luogo.