San Bernardo è il primo cistercense a scegliere deliberatamente di scrivere e pubblicare i suoi scritti e di non limitarsi a redigere regolamenti interni e istituzionali per il giovane Ordine. Nella sua prima opera, Bernardo si chiede infatti se abbia il diritto di parlare al mondo, essendo un monaco e un abate. La scrittura può avere spazio nella sua vita comunitaria e silenziosa? La risposta è affermativa: un monaco ha dei doveri verso il mondo fuori dal monastero. Bernardo è anche un innovatore: tradizionalmente, infatti, la forma regolare di un commento biblico era il trattato. Bernardo, invece, è stato il primo a rivitalizzare il commentario creando sermoni, e poi raccolte di sermoni. Presentiamo qui l'arco dei sermoni per l'Avvento e la Vigilia di Natale, per la prima volta tradotti, con un'ampia introduzione storica di Wim Verbaal. Uno strumento per interpretare un tempo dell'anno tanto importante per il cristianesimo.
La comunità monastica di Valserena desidera offrire al grande pubblico questa antologia di testi, che speriamo essere il primo della serie completa, proprio in occasione dei 900 anni di fondazione dell'abbazia di Clairvaux, di cui Bernardo fu il primo Abate. Sono pagine che dischiudono il tesoro dei sermones liturgici e che permettono di sostare, con l'intelligenza e con il cuore, su di un tema decisivo e radicale per la spiritualità cistercense. L'Ascensione del Signore Gesù, infatti, rimane sintesi e compimento dell'Incarnazione, completamento assoluto del mistero pasquale in quanto preambolo necessario per il dono dello Spirito e pienezza di tutte le solennità liturgiche. Nell'opera complessiva di Bernardo si potrebbe dire che i sermoni liturgici costituiscono un luogo di sintesi, così come la liturgia è un luogo di sintesi dell'esperienza cristiana, dove la Parola di Dio, ricevuta nella Chiesa mediante la celebrazione liturgica, edifica il nuovo soggetto cristiano capace di dare gloria a Dio e di trasformare la storia in storia di redenzione. È la prima pubblicazione italiana dei sermoni sull'Ascensione del grande santo medievale.
Bernardo di Chiaravalle dedicò questi consigli a Eugenio III, suo discepolo e Papa dal 1145 al 1153, in un periodo estremamente difficile per la Chiesa di Roma. Gli scandali, la diffusione delle eresie e il malcontento popolare, guidato dalla predicazione del riformatore Arnaldo da Brescia, costrinsero più volte il Pontefice all'esilio. In questo clima di incertezza spirituale e instabilità politica, una situazione di emergenza che aveva strappato il monaco dalla vita contemplativa, Bernardo mette in guardia l'ex-discepolo su coloro che lo circondano e sull'ambiente che si troverà ad affrontare: "Puoi mostrarmene uno che abbia salutato la tua elezione senza aver ricevuto denaro o senza la speranza di riceverne? E quanto più si sono professati tuoi servitori, tanto più vogliono spadroneggiare". Mescolando sapientemente intelligenza politica ed esortazione spirituale, Bernardo non si limita alla critica dei mali della Chiesa, ma richiama il nuovo Papa ai suoi doveri, ad essere sempre pronto a eseguire la volontà di Dio, ad assomigliare agli angeli, nei quali "la contemplazione e l'azione coesistono in maniera armonica e complementare".
Opera omnia di San Bernardo
Con Bernardo di Chiaravalle la spiritualità monastica medioevale conosce il culmine. I suoi scritti rivelano il suo mondo interiore e il dovere di amare Dio rappresenta una sintesi della sua esperienza mistica. In esso Bernardo racconta della propria necessità di obbedire all'urgenza della comunione con Dio. Il volume, con un'ampia introduzione e note di A.M. Piazzoni, offre al lettore la gioiosa testimonianza di una persona che racconta se stessa e il proprio percorso alla felicità.
I gradi dell'umiltà e della superbia/Apologia all'Abate Guglielmo/Sul dovere di amare Dio/La grazia e il libero arbitrio/Per i cavalieri del tempio/Il precetto e la dispensa/Vita di S.Malachia