Le comunità religiose femminili e maschili, soprattutto nel mondo occidentale, sono costituite da numerosi membri con un'età media avanzata. Il testo, scritto a "cinque mani", affronta questa realtà, e gli autori - specialisti in varie discipline - scandagliano il "vissuto" delle persone consacrate anziane descrivendo gli aspetti positivi di saggezza e vigilanza, ma anche le difficoltà per le varie fragilità. Per una vita consacrata più inclusiva, sarà possibile attuare dei percorsi per promuovere nuove sensibilità, conciliando le aspettative del crescente numero dei membri che vivono un'età più avanzata con le aspirazioni delle nuove e sempre più esigue generazioni? Emerge uno "spaccato" intriso di speranza, di resilienza, di grande testimonianza.
Si tratta di un libro sulla misericordia e sulla compassione, esperienze distinte ma strettamente collegate. L’Autore si sofferma in particolare sulla compassione, cioè sulla capacità di «soffrire–con» gli altri attraverso un cuore attento alle loro sofferenze. Nella compassione confluiscono caratteristiche diverse: una percezione e interpretazione attenta della realtà della sofferenza; un atteggiamento aperto all’universalità del prossimo da aiutare; un impegno a vedere il mondo come Dio lo vede e a rispondere come Dio risponde; un’azione efficace per alleviare la sofferenza altrui. L’attenzione psicologica, preponderante nella trattazione – che prende in considerazione anche le opere di misericordia corporale e spirituale –, è affiancata da riflessioni spirituali e da sollecitazioni bibliche, in particolare dai racconti dei Vangeli, interpretati anche in prospettiva psicologica.
È un libro sul volontariato. L'autore prende in esame i comportamenti che mettiamo in atto per aiutare gli altri. Possiamo interpretare i comportamenti di aiuto da varie prospettive. Qui l'autore lo fa dalla prospettiva della psicologia sociale, una scienza che cerca di capire i perché, i motivi, i fattori che entrano in gioco nel comportamento sociale, nell'interazione con gli altri e nell'influenza che reciprocamente esercitiamo attraverso i nostri comportamenti. Il desiderio dell'autore è che il testo possa servire a capire ciò che facciamo, e perché lo facciamo, quando aiutiamo gli altri o vogliamo farlo.
L. Sandrin offre una interessante panoramica su quanto la psicologia dice dell'invecchiamento, sull'essere anziani e sul come invecchiare un po' meglio, con una mente meno preoccupata del passato (ricordi, rimpianti), più riconciliata col presente che scivola via ma che è ancora disponibile per i sogni che abitano il futuro. Oggi si parla di psicologia dell'invecchiamento piuttosto che di psicologia dell'anziano, per sottolineare come lo sviluppo dell'individuo non si ferma a una certa età, ma è un processo evolutivo che interessa tutta la vita. Ed è importante tenerne conto.
Aiutare gli altri è lo scopo principale delle cosiddette "professioni di aiuto" (medico, infermiere, psicologo, volontario, ecc.), nelle quali il rapporto tra curante e assistito ha implicazioni emotive spesso molto forti. Ma, quando l'operatore si fa troppo coinvolgere dai problemi di chi è stato affidato alle sue cure, può andare in burnout. Con questa espressione si intende una particolare condizione di logorio psicologico (a volte anche fisico) provocato da una progressiva perdita di idealismo e di energia nel lavoro, accompagnata da una sensazione di impotenza e fallimento. È lo stress di chi avverte un forte squilibrio tra richieste e risorse, tra ideale e realtà, tra ciò che gli assistiti richiedono e le reali possibilità di rispondere ai loro bisogni. È questo l'argomento trattato nel volume di Sandrin, camilliano, il quale, oltre a descrivere le premesse e le dinamiche del burnout, suggerisce anche alcune strategie per prevenirlo. Il libro si articola in otto capitoli, con episodi e aneddoti che aiutano a circoscrivere e a comprendere meglio il problema. La Bibliografia finale segnala le opere e gli articoli più recenti di studiosi italiani e stranieri.
La malattia è un'esperienza profondamente personale e mai del tutto condivisibile. Ma tra il malato e chi lo assiste si instaura necessariamente una relazione che accompagna entrambi in una sorta di viaggio "rivelatore". Durante tale viaggio possono venire allo scoperto dubbi, timori, insicurezze, ma anche risorse insospettate. Si trovano spesso nuovi significati per vivere, e soprattutto si riscopre il valore terapeutico della speranza. Il libro di Luciano Sandrin vuole dare una mano a chi sta accanto al malato, perché, mettendo in gioco il proprio sapere non solo tecnico ma anche relazionale, non si limiti a "guarire", ma si "prenda cura" di chi vive in prima persona l'esperienza della malattia. Soltanto così dal "deserto" della sofferenza può nascere il desiderio di un futuro e la voglia di lottare.
L'esperienza del dolore porta con sé angoscia e sconforto, interrogativi e paure. Spesso ne deriva un senso di disorientamento che induce a ripiegarsi su se stessi e a delegare ad altri la conduzione della propria vita. Questo libro di L. Sandrin, apre una prospettiva nuova: guardare al dolore come momento di riscoperta della propria ricchezza interiore, come approfondimento di relazioni, creazione di un modo diverso di vivere e di amare.