Santa Teresa d'Avila nella suao opera, "Il castello interiore", ha immaginato l'essere umano (ogni essere umano) come principesca abitazione di Dio, pur riconoscendo la triste condizione in cui egli versa, quando si riduce a vivere come un mendicante estraneo al Castello, rassegnato alla propria miseria che non osa nemmeno varcare la soglia della splendida abitazione. Anche Kafka racconterà, qualche secolo dopo, la straziante esperienza dell'uomo invitato al Castello, ma impossibilitato ad entrarvi perché continuamente ingannato da messaggeri e messaggi ambigui e fuorvianti.
Antonio Maria Sicari racconta le storie dei santi, che diventano tutte delle pennellate con le quali egli contorna e abbellisce l'unico volto di Cristo. I santi raccontati in questo volume portano i nomi di Bernardo di Clairvaux, Benardino da Siena, Caterina da Genova, Carlo Borromeo, Giacomo Cusmano, Paolina Visintainer, Armida Barelli, Maria Maravillas di Gesù, Josemaría Escrivà, Pino Puglisi. I due fuochi della narrazione sono collocati nel Medioevo e nel ventesimo secolo, collegati da due figure diverse ma complementari come santa Caterina da Genova e san Carlo Borromeo.
La dimensione carismatica è essenziale al costituirsi della Chiesi quasi come quella istituzionale. Nella storia cristiana la fioritura dei carismi ha riguardato non soltanto il sorgere degli ordini religiosi, ma – soprattutto in età più recente- il muoversi apostolico del laicato. Il volume spiega come oggi ricollocare gli antichi carismi in modo da favorire la responsabilità del laicato.