L'Evangelo secondo Giovanni è una sintesi di tutta la Bibbia, Antico e Nuovo Testamento strettamente correlati: il presente commento intende restituire il carattere, le peculiarità e la forza delle sue pagine, quelle più note e familiari come quelle più ostiche. L'autore imbastisce un'analisi che volutamente resta molto vicina alla lettera del testo nella convinzione che lì, nella lettera, lo Spirito è dato: per il quarto evangelo, l'evangelo "spirituale" della Parola divenuta carne, lo Spirito è nella carne. Giunta la sua ora il Figlio consegnato consegna lo Spirito come sigillo dell'alleanza che porta a compimento la Scrittura e trascina i credenti nella sua relazione con il Padre.
La relazione fondamentale tra l'uomo e la donna costituisce il punto di partenza di un'antropologia biblica e cristiana. La Genesi celebra come un canto il fatto che Dio è in se stesso relazione e i libri profetici celebrano l'alleanza mediante la simbologia del Signore-Sposo e del popolo-sposa. I testi di Isaia, Ezechiele, Geremia, Osea e Zaccaria rivelano la fedeltà di Dio, mai vinta dall'infedeltà della sua eletta, mentre il Cantico dei Cantici corona lo sviluppo della relazione fra l'uomo e la donna facendone il luogo di una lode che non risparmia né la sofferenza né la prova del male. Il racconto dell'annunciazione nel Vangelo di Luca serve da portico di ingresso nel Nuovo Testamento. La sua tela è intessuta di reminiscenze esplicite e implicite dell'Antico, che porta in sé una pienezza di cui si attende il compimento. I Vangeli di Luca e di Giovanni, con l'Apocalisse al termine delle Scritture, ne offrono mediazioni equilibrate: il Signore dell'alleanza dona vita in pienezza grazie alla fine dei tempi anticipata nell'incarnazione e nella pasqua di Cristo.