In un periodo in cui l'età media dei fedeli è sempre più alta, l'autore, vescovo di Noto, si interroga sul futuro della Chiesa attraverso una domanda provocatoria: sono i giovani ad aver abbandonato la Chiesa, o è la Chiesa ad aver abbandonato i giovani? E dove sono andati, allora, i giovani? Mons. Staglianò ''rincorre'' i giovani nelle strade, nei locali, sugli schermi, attraverso i trend dei social e le canzoni pop. Riesce così a trovare un inatteso segnale di speranza dentro quei linguaggi che, pur non passando all'interno del cattolicesimo convenzionale, riescono ancora a portare un messaggio d'amore: lo stesso di quel giovane incredibile che è stato Gesù di Nazaret.
L'uomo si sta lentamente riducendo a consumo, merce, numero, massa. Eppure, gli esseri umani sono straordinari, fantasiosi, creativi, con grande successo nel campo della tecnologia. Sul terreno dell'amore, però, appaiono carenti, delusi e frustrati. Fatti per amare (Nek), proprio l'amore, non riesce. Perché? La risposta si trova nell'ultima canzone di Renato Zero Gesù: "Gesù non ti somigliamo più". Quando l'umanità si allontana dall'umanità di Gesù, "la terra in ginocchio sta, soli più soli di sempre". Nelle attuali condizioni di paura dell'umanità odierna, colpita dalla barbarie del terrorismo internazionale mascherato di religione fondamentalista, è necessario presentare ai giovani "con intelligenza e umiltà" il modello umano di Gesù, la sua umanità ricca di amore e di pace, di tolleranza e di dedizione, di fiducia e di rilancio delle energie positive, belle e buone, di ogni essere umano. La Pop-Theology, in quanto, "teologia popolare" s'incarica di pensare criticamente il "cattolicesimo convenzionale", svecchiando la predicazione cristiana, affinché la fede non rischi di diventare solo una maschera religiosa senza riferimento al Dio di Gesù e alla sua "umanità". È Teologia "pop", "carità intellettuale", sapendo che i giovani di oggi si esprimono con un loro particolare linguaggio, quello della musica. Prefazione di Antonio Spadaro.
L'immagine di Mons. Staglianò, vescovo di Noto, che, con tanto di mitra dorata e pastorale canta Mengoni e Noemi durante la celebrazione di una cresima ha fatto il giro del web e dei media tradizionali diventando presto un classico tormentone. La performance canora del presule non è rimasta però isolata, tanto da diventare una precisa cifra comunicativa che il vescovo Staglianò, autore di serissimi testi pubblicati dalle principali case editrice cattoliche italiane, con tanto di studi in teologia alla Gregoriana e in Germania, ha scelto per comunicare direttamente al cuore dei giovani, mai come in questo momento croce e delizia della Chiesa. In questo libro, pensato per un target ampio che va dagli operatori pastorali, alle famiglie, ai giovani stessi, don Tonino (come ancora lo chiama con affetto chi lo conosce da sempre) racconta la sua passione per la musica e per l'educazione dei ragazzi; la sua voglia di andare oltre l'ecclesiale per usare il linguaggio più universale, quello delle cosiddette canzonette che, poi, a rileggerle bene, come fa l'autore in questo libro, non sono poi da considerare in maniera così indulgente ma hanno testi che possono e sanno veicolare verità profonde che, talvolta, non sappiamo più come comunicare. Prefazione di Giovanni D'Ercole.