Il volume raccoglie un nucleo di saggi volti ad approfondire la complessa figura di Amintore Fanfani sotto un duplice profilo: quello del docente di storia economica e delle dottrine economiche nonché quello dell'uomo politico e delle istituzioni. L'analisi del suo lungo impegno politico ed istituzionale ha comportato la messa a fuoco dei nodi principali della storia dell'Italia dal secondo dopoguerra alla fine del secolo XX. L'indagine è stata corredata anche dalla percezione che della figura di Fanfani hanno avuto paesi come la Francia, la Germania, la Gran Bretagna, gli Stati Uniti, la Jugoslavia, la Russia, nonché vaste aree dell'America latina. Sono emersi, tra l'altro, aspetti di attualità che il pensiero e l'azione di Fanfani offrono alla società odierna.
Il nome di Jerzy Grotowski è noto in tutto il mondo, ma a questa fama non corrisponde una vera conoscenza delle sue opere. Una lacuna sostanziale è quella che riguarda il Workcenter da lui fondato in Italia nel 1986 e infine affidato a Thomas Richards. Nel progetto triennale 2003-2006, intitolato Tracing Roads Across, questa ultima "opera" di Grotowski si è fatta conoscere più in profondità in diversi paesi. A chiusura e coronamento del progetto viene presentata un'iniziativa editoriale, costituita di tre volumi autonomi ma di concezione unitaria: il presente, Il Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards; il secondo, Jerzy Grotowski. Testi 1968-1998 e Testimonianze e riflessioni sull'arte come veicolo. Il Workcenter ha voluto così rendere disponibili a studiosi e studenti, operatori teatrali e culturali sia una serie di documenti sull'attuale stato dei lavori, sia alcuni testi di Grotowski che, soprattutto se considerati sullo sfondo delle attività in corso, conservano una bruciante attualità, sia infine una scelta di testimonianze di studiosi e artisti che colgono l'impatto del Workcenter nel quadro della cultura non solo teatrale di questi anni. Questo primo volume vuole informare su numerose creazioni del Workcenter da un punto di vista interno o il più vicino possibile al lavoro. Perciò, oltre alle riflessioni di Richards e Biagini, rispettivamente direttore artistico e direttore associato, ospita le analisi di Antonio Attisani, Kris Salata e Lisa Wolford Wylam.