Il problema dell'empatia, un'opera di alto valore scientifico, viene qui presentata per la prima volta in lingua italiana. Posto ai confini tra filosofia e psicologia, questo studio mostra come si possa esperire la coscienza altrui, per giungere alla comprensione delle persone con cui entriamo in rapporto.
Essere finito e Essere eterno è ormai annoverato tra i classici della filosofia del nostro secolo. L'analisi di Husserl ha comportato un richiamo dell'attenzione sul tema dell'essenza che non contrasta con una ripresa dei temi classici: così inserendosi nel solco della tradizione metafisica di tipo Aristotelico-tomista, la Stein propone un originale incontro con le analisi fenomenologiche, originate da un 'impostazione chiaramente diversa. Dall'analisi dell'essere reale ed essenziale all'Essere assoluto e di nuovo all'essere singolare, seguendo una linea di sviluppo parabolica, si dipana una ricerca lucida e aperta, che chiama in causa pressoché tutte le principali questioni filosofiche in riferimento alle tappe della storia del pensiero. Ne nasce una sorta di Summa legata da una rielaborazione personale, che non si avvale di un procedimento "deduttivo" bensì "ostensivo" e che, soprattutto, non presume mai di dire la parola definitiva. L'esigenza di una filosofia cristiana, l'utilizzazione del metodo fenomenologico e la rilettura del tema dell'essere, soprattutto in riferimento alla speculazione medievale, rendono l'opera di Edith Stein interessante e attuale, testimoniando altresì un 'indagine aperta, coerente e libera, ma non per questo priva di certezze e di principi dai quali muovere, nell'intento costante di restare fedele a un' analisi autenticamente filosofica e a una verità accolta come dono.
La Verità interrogò la giovane Edith Stein (1891-1942), ebrea e fenomenologa. Afferrata da Gesù, si innamorò della Verità, leggendo la Vita di Teresa di Gesù. Divenne cristiana nel 1922. Docente stimata e pedagoga amata, conferenziera nitida e scrittrice sobria, fu soprattutto un'orante segnata dalla Croce. Entrò nel Carmelo di Colonia nel 1933, quando sul suo popolo e sulla sua patria incombeva l'ombra della Croce nella forma della persecuzione nazista. Nell'eremo carmelitano la ricerca della Verità si approfondì lasciandosi inchiodare alla Croce per amore e coniugando la fede ardente con la scientificità più rigorosa. La Scienza della Croce culminò nella gassazione ad Auschwitz il 9 agosto 1942. La sua ultima opera, Scientia Crucis, ne riporta la consapevolezza gioiosa, perché come ella scrisse: "Croce e notte sono il cammino alla luce celeste: questo è il lieto messaggio della Croce".
Quando Edith Stein, nel 1932, ottenne la cattedra presso l'Istituto di Pedagogia scientifica di Münster, aveva già dato ampia prova di possedere capacità pedagogiche e didattiche spiccate. Più sopito era stato invece il desiderio di sottoporre il tema pedagogico al vaglio di un'indagine teoretica. Ora a Münster, le appariva però urgente elaborare una filosofia dell'educazione che tenesse conto dell'essere umano nella sua interezza, anima e corpo, spirito e psiche. È l'argomento centrale delle lezioni inerenti al semestre invernale '32-33, confluite poi in questo volume: un resoconto delle sue riflessioni filosofiche sull'essere umano aggiornate dai suoi più recenti sviluppi teoretici e insieme un'azione didattica tesa a ricavare da un momento teorico una prassi educativa aperta al trascendente. Una nuova edizione critica che dà una rilettura del testo e cerca di cogliere la specificità sia del pensiero religioso della carmelitana che del pensiero filosofico della studiosa.
Muovendo dall’indagine fenomenologica sull’intersoggettività, la Stein analizza le strutture della vita associata fino a giungere al tema dello Stato, mettendo in evidenza aspetti nuovi e questioni che nella nostra cultura sono terreno proprio di discipline di carattere giuridico, come il diritto pubblico, o anche di tipo storico-politico, come le dottrine politiche. Lo Stato, in quanto entità giuridica, ha sue caratteristiche, ma non è un’entità astratta, al contrario, è una personalità di cui fanno parte i singoli e ciò che accade esistenzialmente fra loro non può essere indifferente per la sua sopravvivenza.
Edith Stein porta nella sua storia la sintesi degli eventi drammatici del ‘900: ebrea di nascita, brillante studiosa e docente universitaria dapprima agnostica, convertita al cristianesimo fino ad entrare nel Carmelo, martire ad Auschwitz, canonizzata dalla Chiesa Cattolica l’ 11 ottobre del 1998.
La Postulazione Generale dei Carmelitani Scalzi dopo la canonizzazione di santa Teresa Benedetta della Croce presenta in edizione speciale la POSITIO sugli scritti della santa.
Questa ampia antologia comprende un profilo biografico, introduzione agli scritti, la sua autobiografia e i suoi studi riguardo alle figure eminenti della spiritualità carmelitana con i testi dei teologi censori incaricati dalla Sacra Congregazione per le Cause dei Santi.
Ebrea di nascita, cristiana cattolica per scelta, Edith Stein è fondamentalmente una filosofa - di certo per buona parte della sua vita una filosofa cristiana - ma il suo amore per la verità, che la spingerà senza contrasti ad essere filosofa e credente, nasce, dapprima, come un fatto intellettuale e rappresenta la caratteristica fondamentale della sua persona. I brani antologici qui inseriti - tratti dalla sua autobiografia, dal suo epistolario, da alcune sue opere filosofiche - sono stati scelti con l'intento di costruire un percorso peculiare riguardante la sua formazione filosofica, la sua visione del rapporto fra la dimensione politica e la vita religiosa e il senso stesso della sua esistenza. Fulcro del libro è la lettera inviata a Pio XI il 12 aprile del 1933, poche settimane dopo l'insediamento di Hitler al cancellierato, in cui avvertiva il pontefice delle violenze ai danni degli ebrei, invitandolo a interrompere il silenzio e a denunciare la realtà dei fatti. Una lettera dal contenuto tristemente profetico.
«Non è questa guerra di sterminio contro il sangue ebraico un oltraggio della santissima umanità del nostro Salvatore, della Beatissima Vergine e degli apostoli? Non è tutto ciò in contrasto con il comportamento del nostro Signore e redentore, che anche sulla croce pregò per i suoi persecutori?»
La singolare e sfaccettata figura di Edith Stein è fra quelle che meglio incarnano, nel tessuto sociale tedesco fra Otto e Novecento, l’impegno per la rivendicazione della specificità dell’essere femminile e del suo valore peculiare.
Convinta assertrice della necessità di ripensare il significato del femminile in relazione al maschile, e del fatto che nella struttura essenziale dell’essere umano è inscritta una “vocazione” o “chiamata”, affida alla donna l’eccelso compito di portare a pieno sviluppo l’umanità autentica, in sé e negli altri. Madre, sposa, insegnante, educatrice, o qualunque sia la posizione che si trovi ad occupare, la donna è, nel pensiero steiniano, sempre e comunque amore pronto al servizio, nonché riflesso immediato della maternità soprannaturale della Chiesa, e pertanto sua principale collaboratrice nell’opera della Redenzione.
È in questa cornice che si collocano gli scritti del volume: una raccolta di conferenze tenute da Edith Stein tra il 1928 e il 1932, tradotte fedelmente dal tedesco e ritenute tra le più rappresentative del cospicuo bagaglio culturale ed esistenziale dell’autrice.
Tra il 1928 e il 1932 la Stein, filosofa, psicologa, educatrice interviene nel dibattito contemporaneo sulla condizione femminile con una serie di conferenze che confluirà nel volume "La donna". Con un ricchissimo bagaglio teoretico, unito ad una esperienza didattica vissuta quotidianamente e con un'attenzione straordinaria ai temi sociali e politici del suo tempo la Stein esamina tale questione con una completezza e lucidità che rappresenta un caso forse unico nella storia della riflessione antropologica cristiana sulla donna. Questa nuova edizione presenta una nuova cura dei testi e delle note; la disposizione cronologica degli scritti; una nota introduttiva premessa ad ogni testo che ne spiega la genesi e la natura.
Edith Stein, carmelitana e vittima della barbarie nazista perché di origine ebraica; discepola e assistente di Edmund Husserl; una delle più importanti pensatrici cristiane del XX secolo, capace di una nuova sintesi fra la tradizione classica e il pensiero moderno, è ben nota come teologa e mistica, autrice di opere di profonda spiritualità. Meno nota è invece la sua spiccata propensione verso l'educazione e la sua acuta sensibilità per i problemi inerenti il campo pedagogico. Questo volume vuole appunto evidenziare questo aspetto importante della vita e della produzione della Stein. Si tratta di 17 saggi, in parte inediti, in genere testi di conferenze tenute tra il 1926 ed il 1938, il periodo della vita di Edith Stein precedente e successivo alla sua entrata al Carmelo. Le tematiche sono tutte attinenti l'educazione religiosa e la formazione dei giovani, secondo una concezione dell'esistenza che ha di mira la persona umana nella sua totalità e integralità. La grande apertura e l'ampio respiro Pedagogico, il completamento vicendevole tra dati scientifici e indicazioni didattico-pratiche, mettono in piena luce la sensibilità della Stein nei confronti degli uditori. La struttura dei saggi ha permesso di raccoglierli secondo un criterio contenutistico che privilegia la visuale in cui l'Autrice si pone: 1. Fondamenti teorici del lavoro educativo; 2. I problemi legati alla professione dell'insegnante; 3. La vocazione della donna; 4. L'arte di educare; 5. Formazione della gioventù cattolica. Edith Stein traspare da queste pagine come un'insegnante ricca di straordinarie doti didattiche e di grande fascino. Palpabile è l'onestà del suo atteggiamento di fondo. L'educazione religiosa è per lei tutt'altro che un acritico accumulo di aride nozioni; deve invece puntare all'unità profonda fra insegnamento e vita, forgiando l'attitudine a fare della vita un continuo apprendimento. Di grande spessore risultano le pagine dedicate al ruolo della donna nella società.
Il 3 febbraio 1917, la giovane Edith Stein scrive a Roman Ingarden: «Una passeggiata filosofica fatta recentemente insieme [con E. Husserl], mi ha dato nuova fiducia. In seguito a questa è avvenuto in me tra l'altro un nuovo passaggio: cioè credo di sapere un po' che cosa è costituzione, ma in rottura con l'idealismo. Le premesse perché si costituisca una natura evidente mi sembrano da un lato una natura fisica assolutamente esistente e dall'altro una soggettività con determinate strutture. . .». Con queste parole è già delineato il programma di ricerca di E. Stein che si esplicita in modo esemplare in questo testo. Esso è contemporaneamente introduttivo, per chi voglia accostarsi ai grandi temi filosofici analizzati con metodo fenomenologico, e conclusivo, in quanto contiene la sintesi dell'itinerario speculativo compiuto dall' Autrice sotto l'influsso del maestro Husserl e portato a termine agli inizi degli anni Trenta. L'Introduzione alla filosofia - pubblicazione del più antico manoscritto della Stein in nostro possesso - venne alla luce immediatamente dopo la dissertazione di laurea dell' Autrice, Zum Problem der Einfühlung, pubblicata nel 1917. Edith Stein non aveva previsto di editare questi fogli, che avrebbero piuttosto costituito il fondamento per studi successivi. Rimasti allo stato di manoscritto, erano così cari all' Autrice che, durante la sua fuga in Olanda, il 31 dicembre 1938, volle portarli con sé, quasi accompagnatore e consigliere silenzioso, e li custodì nella sua cella del Carmelo di Echt.