La penitenza (De paenitentia) di Tertulliano, composto nei primi anni del III secolo, è la prima opera latina scritta su questo sacramento.
Partendo dall’esperienza comune del pentimento, Tertulliano mostra la vera natura della penitenza cristiana sulla base della rivelazione dell’Antico e del Nuovo Testamento, attuatasi poi nella prassi liturgica della Chiesa (la disciplina penitenziale).
La penitenza è la conversione dei peccati dettata dal timor/amor di Dio e fondata sulla certezza della misericordia divina. Essa precede il battesimo dato a remissione dei peccati, ma costituisce propriamente un “rito sacramentale” per il perdono dei peccati dopo il battesimo. La penitenza interiore si esplicita negli atti penitenziali esterni del peccatore che, tramite la Chiesa e il suo ministero di grazia, confessa a Dio i propri peccati, chiede il perdono divino e la riconciliazione con la Chiesa.
Introduzione di Attilio Carpin
Testo critico a cura di J. G. Ph. Borleffs
Traduzione, note e appendice di Attilio Carpin
Grande erudito e filosofo, santo e Dottore della Chiesa, autore della Vulgata, la migliore versione latina antica dell'Antico Testamento, Girolamo è, dopo Agostino, lo scrittore più produttivo della Chiesa occidentale. Il volume pubblica in edizione latino-italiana una scelta del suo ricchissimo epistolario, l'opera più affascinante della vasta produzione. Indirizzate ad uomini e donne d'Oriente e Occidente, vedove, monaci, senatori, intellettuali che gli scrivevano per le ragioni più varie, queste lettere disegnano un diario spirituale di cinquant'anni vissuti alla ricerca del "solo nostro guadagno che è l'amore che ci unisce in Cristo".
Quinto Settimio Florente Tertulliano (155-220 d.C. ca.) è una delle voci più incisive e mordaci dell'Africa romana dei primi secoli. La lingua latina, da lui impreziosita e vivacizzata grazie al conio di un altissimo numero di neologismi, alcuni dei quali destinati a grande fortuna, viene forgiata sino a divenire uno strumento quanto mai idoneo a esprimere un pensiero complesso e sfaccettato, dalle mille sfumature. Con "L'eleganza delle donne" egli si rivolge alla donna cristiana, invitandola a evitare di adornarsi con eccessiva cura, per non divenire strumento del demonio, che persevera nella sua opera di rovina seduttiva trascinando nel peccato l'uomo e pregiudicandone la salvezza eterna. Rispetto alla prima edizione (1986), il volume viene riproposto con una nuova introduzione, che tiene conto dei più recenti studi, e un aggiornamento della bibliografia.
Tertulliano fu autore di una serie di operette di contenuto morale, utili per ricavare informazioni circa la realtà della Chiesa cartaginese dell'epoca: - "Il Battesimo", in cui si afferma come il battesimo sia necessario per la salvezza. - Agli adulti che si preparano a ricevere tale sacramento dedica "La preghiera", che costituisce la più antica esegesi del Padre Nostro. - "La penitenza" ci permette di conoscere la prassi penitenziale in un periodo molto antico del Cristianesimo. - L'esortazione "Alla moglie" contiene una condanna delle seconde nozze. Di gradevole lettura, l'operetta "L'eleganza delle donne", fornisce consigli di carattere pratico contro l'ambizione e il lusso femminili. - "Gli spettacoli" in cui Tertulliano si scaglia contro gli spettacoli teatrali.
Il tono "risentito", la violenza e la vivacità polemica, e ancora la sapiente architettura della composizione, costituiscono la grande novità dell'apologetica di Tertulliano rispetto alla tradizione greca. Il presente volume raccoglie tutte le opere apologetiche dello scrittore latino: "Ad martyras", una breve ma intensa esortazione ai confratelli perché affrontino coraggiosamente la persecuzione. "Ad nationes" e "Apologeticum", le due opere maggiori, in cui la difesa della dottrina cristiana si alterna all'attacco della condotta e delle credenze dei gentili. "De testimonio animae", in cui si ricorre alla testimonianza dell'anima per dimostrare l'esistenza di Dio e altre verità affermate dalla dottrina cristiana. "Adversos Iudaeos", costruita come una disputa tra un cristiano e un proselito giudaico sui punti maggiori della controversia giudaico-cristiana. "Ad Scapulam", una lettera aperta indirizzata al proconsole d'Africa nella quale Tertulliano sfrutta i sentimenti filocristiani dell'imperatore Settimio Severo per invitare il governatore ad abbandonare la persecuzione.
Un prezioso documento della vita e della spiritualita del primo cristianesimo e un bell'esempio dell'arte di uno dei massimi scrittori cristiani.