Nel 1966, Tiziano Terzani ha 27 anni e un lavoro per l'Olivetti che gli permette di girare il mondo e di scrivere i suoi primi articoli collaborando con l'Astrolabio, settimanale della sinistra indipendente diretto da Ferruccio Parri ed Ernesto Rossi. Ma è inquieto come sarebbe stato per tutta la sua vita: il suo principale obiettivo è imparare il cinese per potere andare a vivere in Cina. E nel 1967, dopo aver vinto una borsa di studio, Terzani si dimette dall'Olivetti e s'imbarca a Genova con la moglie Angela, per andare in America a seguire alla Columbia University i corsi di Storia Cinese Moderna, Lingua Cinese e Affari Internazionali. Saranno due anni molto intensi, prima a New York (dove farà uno stage nella redazione del «New York Times») e poi in California, alla Stanford University dove, finalmente, riesce a imparare il cinese. Quei due anni in cui Terzani scopre gli Stati Uniti sono anni cruciali, di fortissimi conflitti generazionali e politici e di un continuo alternarsi di entusiasmi e delusioni. Come racconterà in seguito nella «Fine è il mio inizio»: «Quando partii per l'America Parri mi disse "Ti prego, scrivi, ne sarò felicissimo". E io per due anni ogni settimana ho scritto sull'America, sulle elezioni, sui negri, sulla protesta contro la guerra in Vietnam, la marcia su Washington e gli assassinii di Robert Kennedy e Martin Luther King». E sono proprio questi i sorprendenti reportage che vengono qui raccolti da Àlen Loreti, corredati di fotografie inedite e contestualizzati da una prefazione di Angela Terzani Staude. Cronache da un mondo in rivolta, in cui Terzani dà prova ancora una volta del suo straordinario istinto da grande reporter, che gli permette di individuare, e raccontare, gli eventi più importanti sin dal primo momento in cui si affacciano sul palcoscenico della Storia.
"Cosa fa della vita che abbiamo un'avventura felice?" si chiede Tiziano Terzani in questa opera, che racconta con la consueta potenza riflessiva l'esistenza di un uomo che non ha mai smesso di dialogare con il mondo e con la coscienza di ciascuno di noi. In un continuo e appassionato procedere dalla Storia alla storia personale, viene finalmente alla luce in questi diari il Terzani uomo, padre, marito. Scopriamo così che l'espulsione dalla Cina per "crimini controrivoluzionari", l'esperienza deludente della società giapponese, i viaggi in Thailandia, URSS, Indocina, Asia centrale, India, Pakistan non furono soltanto all'origine delle grandi opere che tutti ricordiamo. Furono anche anni fatti di dubbi, di nostalgie, di una perseverante ricerca della gioia, anni in cui dovette talvolta domare "la belva oscura" della depressione. E proprio attraverso questo continuo interrogarsi, Terzani maturava una nuova consapevolezza di sé, affidata a pagine più intime, meditazioni, lettere alla moglie e ai figli, appunti, tutti accuratamente raccolti e ordinati dall'autore stesso, fino al suo ultimo commovente scritto: il discorso letto in occasione del matrimonio della figlia Saskia, intriso di nostalgia per la bambina che non c'è più e di amore per la vita, quella vita che inesorabilmente cambia e ci trasforma.
Viaggiare è sempre stato per Tiziano Terzani un modo di vivere e così, quando gli viene annunciato che la sua vita è ora in pericolo, mettersi in viaggio alla ricerca di una soluzione è la sua risposta istintiva. Solo che questo è un viaggio diverso da tutti gli altri, e anche il più difficile perché ogni passo, ogni scelta - a volte fra ragione e follia, fra scienza e magia - ha a che fare con la sua sopravvivenza. Alla fine il viaggio esterno alla ricerca di una cura si trasforma in un viaggio interiore, il viaggio di ritorno alle radici divine dell'uomo. Un libro sull'America, un libro sull'India, un libro sulla medicina classica e quella alternativa, un libro sulla ricerca della propria identità.