Tilliette scrive queste pagine - inedite e per la prima volta tradotte - per un corso in Gregoriana del 1981-1982. Un libro che introduce il pensiero di Levinas ricostruendone per temi i principali snodi concettuali, supportando le argomentazioni con numerose citazioni bibliografiche e l'indicazione di debiti o nessi con altri pensatori. Oggetto e suo interprete si stringono in una particolare affinità, che restituisce il vigore e la finezza della parola di Tilliette. Il testo si chiude sul tema della Morte, a sigillo di un dialogo inesauribile.
Il progetto per La Settimana Santa dei filosofi - quarta delle pubblicazioni cristologiche di Tilliette - nasce durante i primi studi filosofici dell'autore, attratto dal Golgotha metafisico e dalla lacerazione della coscienza infelice di Hegel e, più ancora, dalla meditazione straziante e contrita di Pascal nell'orto dei supplizi. Il rapporto tra Cristo e la filosofia è qui indagato alla luce del mistero della Settimana Santa, che si compie al di là dei tre giorni, nella notte luminosa della Risurrezione. Il cammino della ragione è costretto a interrompersi di fronte al mistero pasquale, poiché per sua stessa natura non deve testimoniare la Gloria né le meraviglie soprannaturali della fede. Tuttavia - nel confronto serrato con pensatori come Kierkegaard, Schelling, Hegel, Sestov, Simone Weil, von Balthasar - Tilliette spiega che ciò non impedisce al filosofo di avere gli occhi fissi sul dramma unico e di far proprie le domande che lì si presentano, inserendole nella sua meditazione sul male, la sofferenza, la morte e la salvezza.
Questa biografia di Schelling offre al lettore (con una semplicità che è il risultato di una lunga ed empatica frequentazione) la "narrazione" della vita del filosofo, scrutata nelle grandi come nelle piccole cose, dai trionfi accademici fino ai più minuti particolari dell'esistenza quotidiana, con dovizia di riferimenti e di notizie che tuttavia mai appesantiscono la scrittura e che anzi, per più versi, la rendono ancor più piacevole e accattivante. Naturalmente non manca il contesto filosofico, ma è presentato quanto basta per inquadrare ulteriormente la vita e la psicologia dell'uomo Schelling, nelle sue grandezze e nelle sue debolezze, nelle sue virtù e nei suoi difetti, e soprattutto nei suoi affetti, così essenziali per comprenderne la personalità. In questo libro, dunque, dopo averci in tanti altri luoghi condotto alla conoscenza del filosofo, Tilliette ci guida alla conoscenza dell'uomo Schelling. Introduzione di Giuseppe Riconda.
Si inanellano in questi saggi inediti di Xavier Tilliette – fra i maggiori interpreti dell’Idealismo tedesco – i cenni per una metafisica della morte come sconfinamento dell’io che sporge sull’oltre: «la questione dell’aldilà non è legata unicamente né in via primaria al destino dell’anima dopo la morte. Essa riguarda i limiti del mondo e tutto quanto è inaccessibile alla nostra presa, ciò che la conoscenza coglie solo in immagine. È l’oceano che si abbatte sulle nostre rive, per esplorare il quale non abbiamo né barche né vele». Quasi che il rallentare del tempo e lo scolorire della memoria sempre più lo avvicinassero alla lucidità dei sapienti, nel chiaroscuro del raccoglimento, con gli occhi del poeta e la profondità del filosofo, Tilliette sa sostare sulla soglia: tra la memoria e il mistero, l’io e la morte, la tristezza del finito e la meditazione sull’immortalità. Pagine di intensa spiritualità, in dialogo con i classici: da Bergson a Schelling – l’autore di una vita – a Hölderlin, Novalis, Jean Paul; dalla poesia di Rilke alla filosofia di Gabriel Marcel, guida quasi dantesca che qui conduce nell’aldilà come esercizio del limite del pensiero umano.
COMMENTO: Il grande teologo francese si interroga sulle "cose ultime": morte, immortalità e resurrezione. Concetti che intersecano direttamente le domande della filosofia, e quindi fanno emergere qui il suo più originale pensiero filosofico.
XAVIER TILLIETTE già professore all’Institut catholique di Parigi e all’Università Gregoriana di Roma, fra le sue numerose opere ha pubblicato per Morcelliana: Il Cristo della filosofia. Prolegomeni a una cristologia filosofica (1996); La Settimana Santa dei filosofi (20032); Omaggi. Filosofi italiani del nostro tempo (1997); L’intuizione intellettuale da Kant a Hegel (2001); La Chiesa nella filosofia (2003); Che cos’è cristologia filosofica? (2004); Eucaristia e filosofia (2008).
I filosofi, nell'età moderna, hanno abbozzato le loro teorie eucaristiche sullo sfondo delle controversie teologiche e delle eresie: da Descartes a Pascal, da Leibniz all'idealismo tedesco, fino a Blondel, Simone Weil, Teilhard de Chardin e altri protagonisti del XX secolo. La sorte filosofica del Cristo eucaristico è identica a quella del Cristo tout-court: in gioco è l'attitudine di un pensiero o di un sistema a innalzarsi alla comprensione del mistero rivelato. Nelle diatribe sul "pane eucaristico" - sulla presenza reale o simbolica di Cristo - si è disegnato un capitolo importante della filosofia per lo più non indagato, e che queste pagine riportano alla luce. Un capitolo che completa l'indagine di cristologia ed ecclesiologia filosofica di Xavier Tilliette, confermando come in lui l'originalità storiografica faccia tutt'uno con l'acutezza speculativa.
Il saggio mira a dare un panorama rapido e sintetico della cristologia dell'idealismo tedesco.