La nascita dell'Arte contemporanea come provocazione, i suoi illustri critici e difensori, la Transavanguardia italiana, il MAXXI di Roma, i Supercollezionisti internazionali, i curatori alla moda, gli artisti oltre i limiti dell'arte. Un libro sfrontato, discorsivo, argomentato e polemico sull'Arte contemporanea, valutata per la prima volta secondo una nuova chiave interpretativa e di estrema attualità: la Transfunzionalità. Un libro che è una cruda radiografia di un fenomeno, quello appunto dell'Arte contemporanea, che non sa più distinguersi dal mondo dei media, della cronaca e della pubblicità e che è oramai costretto a confessare la verità sulle sue reali funzioni nella società contemporanea.
"Un percorso lucido e dotto attraverso cinque secoli di storia della Scultura occidentale, un percorso anche ricco di colte citazioni e di nuove, convincenti idee". Così riassume Giovanni Carandente, nella sua prefazione, un libro che cerca di combinare letteratura artistica, riflessione filosofica e storia dell'arte, affrontando un argomento che tratta la vicenda tutta particolare della statua tra Quattrocento e Novecento. Antico, classico, universale, quello di statua è un termine che sembra non avere tempo. Eppure in questo saggio, mettendo direttamente a confronto trattati di scultura, scritti di artisti, riflessioni di storici e opere d'arte, dando loro, come dire, direttamente la parola, si scopre che nel corso dei secoli non è mai stata data una definizione unitaria del concetto di statua. Prendendo ad esempio casi emblematici di statue e di scultori illustri o meno illustri che hanno cambiato e caratterizzato, con le loro teorie e opere, il corso della storia dell'arte, l'autore ha snodato un percorso virtuale della statua, a partire dal significato del punto di vista, del tutto tondo, della somiglianza con la figura umana e del suo rapporto con l'Antico. Dimostrando come la statua abbia attraversato cinque secoli di storia subendo una inesorabile trasformazione che prende avvio dall'integrità etica delle figure di Donatello per arrivare alla frammentarietà esistenziale di quelle di Rodin.