Il presepe monumentale conservato nelle collezioni del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma ha uno stretto legame con la storia del nostro Paese: fu infatti raccolto dall'etnologo Lamberto Loria, cui era stata affidata la cura della grande Mostra di etnografia italiana svoltasi a Roma nel 1911 nell'ambito della "Mostra internazionale" organizzata per celebrare il cinquantenario dell'Unità d'Italia. Le figure in catalogo, che rappresentano gli usi e costumi delle diverse regioni d'Italia, sono opera di importanti maestri napoletani del XVIII e XIX secolo e ci mostrano personaggi caratteristici di classi sociali e realtà diverse, occidentali e orientali, cristiani e gentili.
In occasione della ricorrenza dei 1900 anni dalla morte dell'imperatore Traiano, Roma gli rende omaggio con la mostra "Traiano. Costruire l'Impero, creare l'Europa", ospitata ai Mercati di Traiano Museo dei Fori Imperiali. Il volume è caratterizzato dal racconto della vita 'eccezionale' di Traiano che, primo imperatore adottivo e non romano ma ispanico, si impose al mondo allora conosciuto non solo come grande condottiero ma, soprattutto, "costruttore a 360°": dalle infrastrutture al programma di welfare, agli incentivi economici e alle opere architettoniche. Non manca un focus sulla figura e sugli spazi privati di Traiano, con uno sguardo al ruolo speciale delle donne di casa imperiale. La narrazione si snoda attraverso una ricca selezione di reperti archeologici provenienti da musei della Sovrintendenza Capitolina, da musei e spazi archeologici italiani e stranieri - tra cui statue, ritratti, decorazioni architettoniche, calchi della Colonna Traiana, monete - e installazioni multimediali e interattive, come modelli in scala, rielaborazioni tridimensionali e filmati. Una sfida a immergersi e rivivere la grande storia dell'impero e nelle storie dei tanti che l'hanno resa possibile.
La Democrazia Cristiana, dopo cinquanta anni di attività e dopo la crisi di tangentopoli, da cui è stata investita, il 18 gennaio 1994 deliberò di sciogliersi e prendere il nome di Partito Popolare Italiano, assumendo l’atteggiamento di un partito di centro che guarda a sinistra. Il movimento, pur accogliendo gran parte della tradizione politico-culturale della DC risalente alla fine del 1800 e procedendo nel solco della dottrina sociale della Chiesa, era già spaccato in tre correnti, e tuttavia non è neppure mancata la corsa per inseguire inconsistenti iniziative, movimenti al di fuori di ogni immaginazione, alleanze incoerenti e talvolta anche incestuose. Francesco Squillace con il presente libro si è prefisso lo scopo di un sintetico excursus sulla sofferta, ma feconda presenza della DC dalle remote origini sino allo scioglimento, alimentata dal genio e dall’eroismo di eccezionali personaggi.
Il lavoro sui santuari calabresi, grazie agli interessanti saggi introduttivi e alle relative schede, è stata occasione per una lettura della storia della cultura religiosa e socio-antropologica del territorio regionale, vasto ed eterogeneo. La Calabria annovera 173 santuari sparsi su tutto il territorio (65 in provincia di Cosenza, 23 nel territorio di Vibo Valentia, 24 nel catanzarese, 13 in provincia di Crotone e 48 in quella di Reggio Calabria). La disparità numerica di siti censiti nella provincia di Cosenza, rispetto alle altre quattro, non deve stupire in quanto determinata dalla grande estensione del territorio che copre quasi la metà dell'intera superficie regionale. La suddivisione, come per tutti gli altri volumi della collana, è per province, quindi per comuni, in ordine alfabetico. Le schede, sottoscritte dai singoli componenti il gruppo di ricerca, riportano: localizzazione geografica, diocesi e parrocchia di appartenenza, dedicazione ed eventuali culti preesistenti, oggetti di culto, provenienza dei pellegrini, rituali, miracoli, ex voto, notizie sulla struttura architettonica. Ogni scheda è corredata da un rilevante corredo iconografico, bibliografico e archivistico. Seguono gli indici analitici: un repertorio dei luoghi e delle denominazioni dei santuari. Relativamente a quest'ultimo repertorio si evidenzia la segnalazione delle diverse intitolazioni che caratterizzano uno stesso santuario.
I disegni scenografici di scultori fiamminghi e il Barocco romano a cura di Charles Bossu, Wouter Bracke, Alain Jacobs, Sara Lambeau, Chiara Leporati
Il libro racconta per la prima volta, attraverso la storia di una famiglia, la ­spicciola quotidianità degli italiani residenti nel più effimero degli imperi: quello dell’A.O.I. (Africa Orientale Italiana), durato cinque anni appena, attraverso gli occhi di una bambina trasportata in un mondo nuovo, dove tutto era diverso e sorprendente: le persone e gli animali, gli alberi e i fiori, gli odori, gli oggetti e perfino la luce del sole. Il luogo è Addis Abeba; il tempo va dalla fine del 1937 all’inizio del 1943.
In questo brano di “storia minore” riemerge un periodo totalmente dimenticato e rimosso, con abitudini, convinzioni, un modo di vedere le cose e una ­frugalità che sembrano appartenere a un’epoca remota, da noi lontana alcuni secoli e non soltanto decenni.
Il Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo, famoso per la sua storia architettonica quale mausoleo, fortezza e carcere conserva un patrimonio di oltre duemila medaglie e decorazioni onorifiche, cartoline e figurini militari disegnati dai migliori artisti della metà del '900, opere d'arte dedicate a temi bellici e oltre cinquecento cimeli legati alla storia italiana dal Risorgimento alla Seconda guerra mondiale, nonché una vasta collezione di armi italiane ed orientali.
In questo volume vengono pubblicati alcuni dei documenti più preziosi conservati nell'Archivio storico della Pontificia Università Gregoriana di Roma, una delle istituzioni accademiche più importanti della Compagnia di Gesù, rendendo fruibile il Fondo Clavius. Si è scelto di documentare come l'interesse per le materie scientifiche abbia percorso l'intera storia della Compagnia di Gesù attraverso le figure di due gesuiti Cristoforo Clavio (1538-1612) e Angelo Secchi (1818-1878) entrambi professori presso il Collegio Romano. Ai documenti si affianca una serie di preziosi strumenti per lo studio e le misurazioni astronomiche quali l'astrolabio e il notturnale.
Matteo Ricci nasce a Macerata il 6 ottobre 1552 da una nobile ed importante famiglia. Dopo aver ricevuto la sua prima educazione e formazione dai padri gesuiti a Macerata, dove maturerà la vocazione al sacerdozio e sentirà parlare delle missioni d'Oriente, viene inviato nel 1568 dal padre a Roma per studiare giurisprudenza. Ma ben presto rinuncerà alla brillante carriera che il padre gli aveva preparato, decidendo di entrare nella Compagnia di Gesù, a Sant'Andrea al Quirinale, dove viene accolto da Padre Alessandro Valignano, all'epoca visitatore generale delle missioni dei gesuiti in Oriente con l'incarico di preparare dei missionari per una spedizione cattolica in Cina. Nel 1577 è inviato in Oriente dove, arriva a Goa in India ed inizia il processo di inculturazione della fede ad opera del gesuita Thomas Stephens, Colpito da malaria, è trasferito a Cochìn. Ritornato in salute, nel 1580 riceve l'ordinazione sacerdotale. Nel 1582 riceve dal visitatore d'Oriente Padre Alessandro Valignano, l'ordine di recarsi a Macao per studiare la lingua cinese ed entrare nella Cina continentale. Nel 1601, dopo vari tentavi falliti, riuscirà finalmente ad entrare a Pechino. Considerato in Cina ed in gran parte dell'Area Asiatica come l'uomo del dialogo tra l'Occidente e l'Oriente, viene riconosciuto come uno dei più grandi missionari del "Paese di mezzo", uomo di scienze, letterato, astronomo, cartografo, matematico e diplomatico.
Il tesoro di San Gennaro è senza dubbio una delle meraviglie di Napoli, forse una delle più importanti raccolte di questo genere al mondo sia per la preziosità delle gemme, sia per la raffinatezza delle lavorazioni che per il valore storico dei pezzi. Una esposizione di oggetti preziosi, così ricca e completa come in questa mostra, mette a disposizione del visitatore un panorama ricchissimo di opere che non sempre sono normalmente visibili. Lo scopo di questa esposizione è di mostrare assieme alle meraviglie del Tesoro le meraviglie dei monumenti del centro di Napoli ed in questa ottica la mostra si snoda in varie sedi: il Museo del Tesoro (cuore della mostra che espone le opere più preziose e delicate), la Real Cappella del Tesoro, il Museo Diocesano, il Complesso Monumentale dei Gerolamini, l'Archivio Storico del Banco di Napoli, in un percorso che permette al visitatore di percorrere strade ricche di storia e di conoscere un nucleo fondamentale dei monumenti del centro storico di Napoli. Questa mostra è un'occasione per una riscoperta che comprende non solo i monumenti ma anche le strade e la vita della città che, unica al mondo, conserva un centro storico ricco di vita popolare.