Sul filo della memoria e della nostalgia, Torelli chiama a raccolta le “battute” che il tempo e le occasioni hanno prodigato. Ne nasce quello che l’autore definisce un “teatrino di carta”, perché il lettore possa trarne qualcosa di più del semplice diletto. Lo stile inconfondibile di Torelli, “artigiano della parola”, si fonde con una riflessione ricca di sapienza sulla vita umana.
"Sono giornalista e ho un lungo sodalizio con gli aeroplani. I ricordi delle cose viste e sentite mi sono sempre stati compagni di rotta. Una certa notte, nella quiete azzurrata di un jet di linea, la Memoria s'è messa lungamente a raccontarmi storie su storie che qui rimetto in scena perchè l'accorto lettore (non si sa mai) voglia trarne qualcosa in più del diletto".
Dalla quarta di copertina
Un libro che non celebra ma racconta ciò che è stata la scelta di Marcello Candia imprenditore milanese che negli anni ’70 decide di vendere la sua azienda e partire in Brasile ad aiutare i lebbrosi. Con il suo consueto stile fine e poetico Giorgio Torelli cerca di scandagliare le motivazioni di una scelta così radicale, prova a capire chi era l’uomo e il cristiano. E per fare questo attinge dai suoi ricordi diretti: il loro primo incontro, lo svolgersi di un’amicizia sempre più coinvolgente negli anni, il soggiorno nell’ospedale fondato a Macapà. E poi l’oggi: come continua ciò che il seme di quella scelta ha generato? Come cresce, cosa insegna a noi e cosa annuncia al mondo. Chi sono le persone compiono nuovamente quella scelta?
Natale e il "classico" per eccellenza, forse l’ultimo in quest’epoca post-moderna. Un appuntamento al quale nessuno si sente ancora di poter mancare.
E anche Giorgio Torelli nella veste di grande cultore di ricordi e, quindi, di Natali, fa riaffiorare in questo libro dal sapore semplice e antico, gli incontri, le facce, i ricordi e gli "effetti" che il Natale suscita nell’animo di tutti noi.
Appuntamenti con il Bambin Gesù, nei posti più disparati, nelle circostanze più strane ai quali ognuno si sente di non mancare, anche se a volte… arriva un po’ in ritardo.
1936. Guerra d'Abissinia. I ragazzi italiani si appassionano agli Ascari dal tarbùsc rosso, seguendone le gesta sui periodici a colori. I famosi inviati speciali (qui riportati) raccontano gli Ascari dal vero. E il ventiseienne volontario Indro Montanelli, spilungone toscano in sella al muletto d'ordinanza, ne comanda un piccolo reparto. Sono i guerrieri del XX Battaglione Eritrea, scalzi e temerari, orgogliosi e imprevedibili, talora fanciulli, e chiamano «Ambesà » (leone) l'Indro di Fucecchio che la notte scrive, sotto la tenda, il suo primo libro. Una pagina indimenticabile di storia d'Italia rivive in questo stupendo libro illustrato, in grande formato e interamente a colori.Giorgio Torelli (1928), maestro del giornalismo italiano, inviato speciale in sette quotidiani e in cinque settimanali, è stato con Montanelli fin dalla fondazione del Giornale (pp. 152).
Questo libro è frutto dell'incontro fra due scrittori di razza (l'autore e Gold, al secolo Luca Goldoni, amico di sempre), si incontrano e decidono di scrivere un libro a due mani. Sono scintille. Di ricordi, di passioni, di amicizia. Un collage di fatti e volti incastonati nella memoria dei due protagonisti che nella circumnavigazione della vita hanno spesso incrociato le loro orbite per seguire la curiosità dell’uomo e quella del giornalista vero. Due amici a colloquio con se stessi in un dialogo sincero e a tratti intimo, che affidano all’amico libro le confidenze di tutta una vita.
Lino Maupas, frate francescano, nacque a Spalato, in Dalmazia, il 30 agosto 1866. Si tratta di una figura molto nota a Parma, dove i suoi sandali, custoditi nella basilica cittadina, sono oggetto di continuo pellegrinaggio. La sua è stata una vita spesa, fino alla precoce scomparsa, per tutti i diseredati e i bisognosi, primi fra tutti i detenuti a cui Padre Lino dedicò buona parte della sua attività di pastore di anime. Morì a Parma, il 14 maggio 1924 presso il pastificio Barilla, mentre chiedeva l'assunzione di un giovane bisognoso.
Nel centro della foresta amazzonica, al Circolo Polare Artico o su una petroliera in mezzo all’Oceano Indiano: Natale è sempre Natale. Mille ricordi, mille facce in questo libro-strenna “cesellato” dalla penna d.o.c. di Giorgio Torelli per raccontare un evento che è ancora, testardamente, segno di speranza per tutti gli “uomini di buona volontà”, a qualunque latitudine essi si trovino. Il Nostro – “parmigiano di pianura”, come ama definirsi – ci porta con sé, a cavallo della sua personale stella cometa, facendoci incontrare donne, uomini e situazioni colte di prima mano ai quattro angoli della Terra. Un libro dal sapore vero, come Natale.